Il Forum Nazionale del 3° Settore: “Abbandoniamo un tavolo di confronto fittizio. Delusi dal Governo”

Forum Terzo SettoreIl Forum Nazionale del Terzo Settore non ci sta. E abbandona il tavolo di confronto permanente con il Ministero del Lavoro e delle politiche Sociali, accusandolo di essere “incapace di costruire un vero dialogo basato sull’ascolto e sul confronto”, e di ricorrere “a forme di partecipazione fittizie, che vanno a ledere importanti diritti costituzionali, come quello della partecipazione, per il terzo settore e per tutti i cittadini”.

Grande la delusione espressa dal Forum per il deterioramento dei rapporti fra istituzioni e rappresentanti del settore del non Profit sulle tematiche sociali, argomenti per i quali il Forum aveva chiesto un confronto, e per la chiusura dell’Agenzia per il Terzo Settore.

Dure sono le critiche mosse dal Forum Nazionale del Terzo Settore, divulgate tramite un comunicato stampa che riportiamo per intero qui di seguito.

 

Dichiarazione del Portavoce Pietro Barbieri

Non possiamo non constatare, con disappunto, come negli ultimi anni il rapporto tra gli organismi di rappresentanza di terzo settore e gli organi istituzionali abbia subito un sostanziale arretramento rispetto alle questioni del confronto e della partecipazione democratica.

Abbiamo assistito negli scorsi anni alla chiusura dell’Agenzia per il Terzo Settore, strumento di promozione, vigilanza e controllo, fondamentale per il terzo settore, ed abbiamo sopportato le minacce di chiusura, contenute nella spending review di luglio dello scorso anno, per molti Osservatori, organismi previsti da Leggi dello Stato e sedi di confronto tra la società civile e le istituzioni.

Ad oggi le cose non sembrano essere cambiate. Nel mese di dicembre 2012 un decreto del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha definito il nuovo regolamento per l’elezione dei membri dell’Osservatorio nazionale dell’associazionismo che contiene elementi di per sé contraddittori e che minano gli spazi di rappresentanza per le associazioni. Nel testo, che tra l’altro non è stato sottoposto al parere delle commissioni competenti, vengono stabilite modalità di elezione dei membri inappropriate e illegittime secondo le quali, realtà associative grandi, devono dichiarare di avere poche centinaia di associati (con esclusione, in sostanza degli associati ai circoli affiliati e alle articolazioni territoriali della medesima associazione), con conseguenze fortemente limitative e penalizzanti rispetto al criterio della rappresentatività. Se a questo aggiungiamo la circolare di settembre 2013, emanata dalla direzione generale per il terzo settore e le formazioni sociali che dovrebbe avere la presunta funzione “esplicativa”, ma che introduce invece una disciplina che contrasta con quella dettata dal regolamento, il quadro che emerge è chiaro. Vogliamo sottolineare che il tema, vista la sua gravità, è anche oggetto di interrogazioni parlamentari.

Non ci troviamo di fronte a quella situazione di dialogo, ascolto e interlocuzione con le Istituzioni rispetto alle politiche sociali, come avrebbe dovuto garantirci il Tavolo permanente di confronto istituito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali all’indomani della soppressione dell’Agenzia per il Terzo Settore, ma ci troviamo piuttosto a svolgere un ruolo passivo, convocati dal Ministero rarissime volte, e costretti semplicemente a prendere atto di decisioni già assunte.

La nostra decisione di abbandonare il Tavolo di confronto nasce come unica possibile risposta a chi, incapace di costruire un vero dialogo basato sull’ascolto e sul confronto, ricorre a forme di partecipazione fittizie, che vanno a ledere importanti diritti costituzionali, come quello della partecipazione, per il terzo settore e per tutti i cittadini.