Il peggioramento della crisi umanitaria si fa sempre più concreto

bambini sirianiDall’incontro conclusosi oggi, 30 aprile, a Gaziantep (Turchia), che ha visto la partecipazione delle principali organizzazioni internazionali e siriane impegnate in operazioni transfrontaliere con la Siria, tra cui Amici dei Bambini, è emersa chiara la previsione, per il prossimo anno, di un peggioramento della crisi umanitaria nel paese. A fronte, infatti, di una sostanziale stabilizzazione delle forze in campo, è stato evidenziato come le conseguenze del conflitto sulla popolazione, già gravi, siano destinare a peggiorare ulteriormente, soprattutto se le difficoltà di accesso nel paese rimarranno invariate.

L’intera comunità umanitaria siriana e internazionale riunita in Turchia ha convenuto pertanto sulla necessità di continuare a premere a livello internazionale, affinché Governo e opposizione in Siria assicurino il rispetto delle regole minime previste dal diritto internazionale, per l’assistenza alla popolazione colpita dal conflitto.

Intanto, lo stesso Segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, nel rapporto sul 60mo giorno dall’approvazione della risoluzione 2139 dell’ONU, ha ribadito come nessuna delle parti confliggenti abbia fatto nulla di rilevante, fino a oggi, per implementare gli interventi richiesti due mesi fa e facilitare l’ingresso degli aiuti e l’apertura dei canali umanitari.

La crisi è così drammatica e le circostanze sono talmente inedite e straordinarie, che c’è chi arriva a ipotizzare persino di chiedere alle agenzie delle Nazioni Unite di entrare in Siria per condurre operazioni umanitarie a prescindere dal permesso ufficiale del regime. “Decine di migliaia di persone appena oltre il confine potrebbero essere raggiunte attraverso un numero infinito di passaggi” ha dichiarato Kristyan Benedict, responsabile delle campagne di Amnesty International U.K. in un intervista a “Syria Deeply”. “Solo una persona estremamente spietata direbbe ‘no, dovete rispettare il concetto di sovranità territoriale a discapito dell’assistenza alla popolazione vulnerabile’”. A oggi, grazie alla collaborazione con un partner in loco, Syrian Children Relief, alla presenza di un volontario espatriato nella regione che ha il compito di coordinare le operazioni in Siria e alla generosità di tanti sostenitori, Ai.Bi. può continuare a garantire il supporto medico necessario alle cliniche limitrofe ai villaggi di Binnish, Sarmin, Taftanaz e al campo di Bab Al-Hawa, nel governatorato di Idlib, nonché beni di prima necessità e assistenza basica agli orfani e alle famiglie più vulnerabili dell’area. Altri progetti, ritagliati sulle esigenze di queste comunità così duramente colpite dal conflitto, sono in cantiere e vedranno presto la luce.

 

In questo momento, c’è bisogno di tutto l’aiuto possibile, da parte di tutti. Non restiamo a guardare.

Se vuoi dare anche tu il tuo contributo ai progetti di Ai.Bi. in Siria, per garantire ai bambini e alle famiglie siriane il diritto di sentirsi a casa, nel proprio Paese, visita il sito dedicato.