“Il pianto di mio figlio mi ha aperto gli occhi”. Rudina Llapashtica, operatrice Ssd Kosovo

rudina_kosovo“Lavoro con Ai.Bi. dal 2000. Ma due anni e mezzo fa il pianto senza pace del mio secondo figlio, Dion, mi ha fatto ‘sentire’ all’ improvviso quanto disperante sia la solitudine dei bambini abbandonati.

Appena nato, Dion ha avuto problemi intestinali che sono durati diversi mesi. Era impegnativo accudirlo, ma per lui c’ero io. Così come mio marito. Ogni volta che lui piangeva, io sentivo gemere decine di bambini che non hanno nessuno che li possa consolare.

In Kosovo, dopo l’emergenza della guerra del ’99, Amici dei Bambini ha aperto la Casa Famiglia “Laura Scotti”, intitolato alla volontaria morta in un incidente aereo. Il sostegno economico di Ai.Bi. ha innanzitutto permesso di ristrutturare la casa dei coniugi Dedaj, danneggiata durante la guerra, creando le condizioni materiali per poter accogliere i bambini: in particolare, un grande bagno e una cucina adeguata.

Alla casa famiglia si sono aggiunti nel 2010 e nel 2012  due Pan di Zucchero, centri di servizio per le famiglie, uno a Pristina e l’altro a Fushë-Kosovo.

Nella Casa famiglia, gestita dalla coppia Zef e Bore Dedaj,  vivono cinque bambini, tra i quali Enisi, che ha dei gravi handicap. E’ stato accolto in casa, proprio perché i Dedaj sapevano fin dal primo giorno di poter contare sull’equipe multidisciplinare di Ai.Bi.

L’intervento professionale della fisioterapista  ha permesso a Enisi di fare notevoli progressi. Abbandonato dopo la nascita in ospedale, è arrivato da noi nel 2008, all’età di otto anni. Non era in grado di vestirsi e mangiare da solo, portava ancora i “pannetti”, si muoveva con moltissima difficoltà. Adesso ha 12 anni e ha guadagnato una buona autonomia: è capace di lavarsi e vestirsi, controlla le sue funzioni biologiche, anche se usa ancora poche parole per esprimersi. Se non fosse stato accolto nella Casa Famiglia “Laura Scotti”, chissà quale sarebbe stato il suo presente! E che dire dei due fratellini, di meno di quattro anni, maltrattati dalla madre? Quando sono arrivati pochi mesi fa, erano come morti; adesso corrono e giocano. Per noi è il miglior premio per il nostro lavoro.