Il senso della tua vita è custodito nei nostri cuori

bimba-cinesev 200Non si può mai sapere con quanta convinzione crediamo a qualcosa fino a quando non diventa la corda a cui restare appesi sopra un precipizio”. Il baratro di un dolore che non ha parole, forse neppure lacrime: “Può la fede reggermi anche adesso?”. Se lo chiede C.S. Lewis, credente messo alla prova dalla perdita dell’amore di tutta una vita. Ce lo chiediamo noi di fronte a una morte che alla ragione dell’uomo è solo ingiusta, insensata, inaccettabile. La piccola Yuyu ha finito il suo viaggio: lo aveva cominciato da poche settimane, aveva appena iniziato la sua vita di figlia.

Perché lei? Perché proprio i suoi genitori che tanto l’hanno immaginata e attesa? Perché adesso, quando finalmente il sogno si era compiuto, con uno slancio del cuore così improvviso e totale, capace di dare alla luce una famiglia? Lo strazio dei perché è la trappola più imprudente del dolore. La ricerca di senso sembra impossibile.

Don Benzi, quando affidava un bambino molto malato a una coppia, diceva “almeno morirà tra le braccia di un padre e una madre”. Almeno una volta, proverà che cosa vuol dire incontrare occhi che trepidano per te, si accendono di speranza per un tuo sospiro, si riempiono di lacrime nel dirti addio. Almeno sarà cullato, accarezzato e accompagnato nel suo passaggio. C’è un tempo per l’amore? Quanto deve durare perché possa valere la pena di averlo provato?

L’adozione di Yuyu squarcia il dubbio più enorme: è stato tutto inutile?

Continuare a pregare per lei e per i suoi genitori, adesso ancora più di prima, significa abitare accanto a una speranza: che il dono di aver amato Yuyu sia più forte del dolore della sua perdita.

Gli antichi dicevano “Muore chi è caro agli dei”. Non è una facile consolazione. E’ la consapevolezza che se c’è un disegno, Yuyu ha già compiuto il miracolo della sua vita. Non era il suo destino sparire da sola, ignota e ignorata in un istituto, senza la traccia di un ricordo, senza che nessuno su questa Terra sapesse di lei.

Oggi siamo in tanti, qui, a stringerci intorno al dolore della sua mamma e del suo papà, siamo in tanti a portare nel cuore Yuyu e a piangere perché ci ha lasciato.

“Non possiamo capire”, dice Lewis. “Il meglio è forse ciò che meno comprendiamo”.  La traccia dolorosa, che Yuyu lascia nelle vite di quelli che l’hanno amata, è anche la certezza che non saremo mai più soli, mai più senza di lei.