Il “tariffario” degli schiavi bambini: fino a 9 anni costano 200 euro, dopo valgono la metà

bambino-soldato-siriaSi possono chiamare slums, favelas, villas miserias, ma anche semplicemente marciapiedi delle nostre grandi città. Sono la “casa” di milioni di bambini che non contano per nessuno, che rischiano la vita ogni giorno e che da un momento all’altro possono trovarsi a imbracciare un fucile o a essere venduti al mercato degli schiavi. E questo avviene ai quattro angoli del mondo: dai ghetti africani alla polveriera del Medio Oriente, dai quartieri violenti dell’America Latina alle periferie occidentali sempre più agitate.

I diritti dei bambini calpestati, stando alle cronache di questo ultimo periodo, fanno ancora rima, drammaticamente, con Isis. Tra Siria e Iraq, l’amministrazione del sedicente Califfato ha addirittura stilato una sorta di tariffario dei curdi ridotti in schiavitù, con l’obiettivo di “fare ordine” in questo assurdo mercato. I più costosi sono i bambini da 1 a 9 anni, il cui prezzo si aggira sui 200 euro. I ragazzini dai 10 ai 18 anni valgono la metà, mentre le donne yazide e cristiane under 30 costano 68 euro. Le più economiche sono le donne ultraquarantenni.

In Medio Oriente e non solo ci sono 180 milioni di bambini arruolati nei battaglioni dei ragazzi-soldato e dispersi a combattere in guerriglie e conflitti vari. A volte anche inquadrati nelle divise degli eserciti di Paesi che, nonostante questo, occupano una poltrona all’ufficio delle Nazioni Unite.

Quasi altrettanti, 170 milioni, sono i minori dai 5 ai 15 anni ridotti a braccia di un lavoro pagato con gli spiccioli, dagli scavi in miniera ai laboratori dell’alta moda.

Non molti di meno, 150 milioni, si trovano invece a vagabondare nelle strade, cercando solo di sopravvivere di giorno in giorno.

Sono i figli di quel miliardo di persone che non hanno un frigorifero da aprire ogni giorno per prendere qualcosa da mangiare. Ma sono anche quelli che, fino a questo momento, sono scampati alla morte per malattia. Ogni giorno, infatti, muoiono 16mila bambini e il 10% di loro non ha fatto in tempo ad arrivare ai 5 anni.

Per chi sopravvivere, la battaglia con la morte non è finita. Una fetta ancora troppo grande dell’infanzia mondiale è ancora inghiottita dalla fame, dalle guerre e dall’abbandono.

 

Fonte: il Fatto Quotidiano