Immigrazione. Altri 40 morti… ma non fa più notizia

sbarchi di notteOrmai è necessario andare a “scavare” nelle ultime pagine dei giornali.  Le informazioni relative ai naufragi nel Mediterraneo, con il loro carico di disperazione e i loro effetti drammatici, non fanno quasi più notizia. Eppure questi tragici episodi continuano a verificarsi quasi ogni giorno. Lunedì 22 settembre è stata la volta di un gommone che, nella giornata precedente, si accingeva alla traversata del Canale di Sicilia. E che si è ribaltato a circa 30 miglia dalle coste libiche. Il bilancio, purtroppo ancora provvisorio, parla di 40 fra morti e dispersi. Fino a questo momento sono stati recuperati solo 10 cadaveri  e ciò fa temere, a distanza ormai di tante ore dall’accaduto, che anche per le altre 30 persone di cui non si hanno notizie ci sia ben poco da fare.

Grazie ai soccorsi tempestivi, 55 naufraghi presenti sullo stesso gommone sono stati tratti in salvo. Tutti hanno confermato la dinamica dell’accaduto, parlando del naufragio dell’imbarcazione che si è ribaltata, scaraventando in acqua decine di migranti.

Con queste ulteriori vittime, il 2014 rischia di diventare l’anno record per quanto riguarda il numero di morti nel tentativo di attraversare il Mediterraneo: sarebbero già 2mila, secondo l’agenzia Habeshia, 250 dei quali segnalati su un barcone di cui non si hanno notizie ormai da 2 mesi.

Molte di queste vittime sono purtroppo giovanissime, ragazzi minorenni che si trovano da soli a dover affrontare i viaggi della disperazione. Amici dei Bambini lavora ogni giorno per garantire a questi piccoli migranti un’accoglienza a misura di bambino, a dimensione familiare. Per questo Ai.Bi., dopo il Centro di Prima Accoglienza “Casa Mosè” di Messina, vorrebbe moltiplicare queste strutture e realizzarne numerose altre in tutta Italia. E non solo: i viaggi della disperazione vanno innanzitutto prevenuti e a questo scopo Ai.Bi. promuove i suoi progetti di cooperazione nei Paesi di origine di migliaia di giovani migranti, come Ghana, Marocco, Kenya e Siria. Per molti giovanissimi, queste sono le uniche speranze di salvezza: una salvezza a cui ognuno può contribuire, attivando un Sostegno a Distanza.

 

Fonte: Avvenire