In Cile solo gli stranieri adottano i bambini dai 4 anni in su

cile-ambina-a-PicaI coniugi francesi Annette e  Marc Mathieu hanno aspettato 3 anni prima di essere abbinati ad una bambina e diventare finalmente genitori. A Puerto Aysén, in Cile, li aspettava Valentina, la piccola di 4 anni che ha cambiato la loro vita in maniera meravigliosa.

La bambina volerà presto in Francia per iniziare a vivere insieme alla sua nuova famiglia. I genitori adottivi assicurano che ci andranno piano con l’inserimento sociale e scolastico della piccola. Innanzitutto dovranno presentarla a tutti gli altri parenti. Poi comincerà ad andare a scuola, ma solo per alcuni giorni alla settimana. “Non abbiamo alcuna intenzione di stressarla, faremo tutto con molta calma. Inizierà a breve la scuola materna dove incontrerà i suoi primi amichetti”, ha detto il papà orgoglioso.

E’ così che vanno più o meno le storie delle coppie straniere che adottano in Cile, la maggior parte di queste riesce ad accogliere solo bambini al di sopra dei 4 anni. Nel Paese sudamericano, quest’anno, sono state realizzate circa 400 adozioni, delle quali 70 internazionali. Di queste ultime, il 68% riguarda adozioni di bambini con un’età compresa fra i 4 e i 7 anni. I piccoli della stessa fascia d’età adottati da coppie cilene corrispondono solo al 17,3%. I locali preferiscono, adottare bambini al di sotto di un anno (40,3%). E’ questa la tendenza che si vorrebbe invertire.

Il direttore del Sename (Autorità Centrale), Rolando Melo, ha affermato “Siamo felici di sapere che molte famiglie straniere siano disponibili ad adottare minori al di sopra dei 4 anni. Ci piacerebbe che più coppie cilene prendessero esempio da loro,  e che cominciassero a considerare l’adozione di bambini grandi come una valida opzione”.  E continua “Ci sono tantissimi minori in istituto, già grandicelli, che nessuno chiede, nessuno vuole, soprattutto i cileni. E’ giusto impegnarsi a trovare una famiglia anche per loro. Non ci si può solo rassegnare a lasciarli diventare adulti da soli, senza la carezza di una madre e di un padre”.

Tornando alla storia di Annette e Marc il loro incontro con Valentina ha rappresentato il momento più importante della loro esistenza. “Non ho avuto la fortuna di avere figli naturali”, racconta la neomamma, “ma oggi mi considero una madre al 100%. E sebbene mia figlia non fosse più una neonata quando l’ho accolta tra le mie braccia per la prima volta, l’amore che ho provato per lei in quell’istante era uguale a quello che avrei sentito per un figlio appena nato. Così intenso e così forte da far sì che oggi ogni mia decisione sia sempre presa in funzione di mia figlia”.