In Cina è festa anche quando nasce una femminuccia

bimbi_neonati_cinesi 200Nell’ex Celeste Impero è tempo di rivincita per i fiocchi rosa. Il figlio maschio non è più l’ambizione delle famiglie cinesi. Anche se nasce una femminuccia, i neo-genitori riescono ad essere felici. Almeno nelle città. E’ da queste premesse che – dati demografici alla mano- si assiste a una riduzione del divario tra maschi e femmine che negli ultimi anni si era solo allargato.

Le ultime statistiche ufficiali cinesi lo confermano: in Cina dieci anni fa nascevano 121,2 maschietti per ogni cento femminucce. Una forzatura rispetto al rapporto naturale dei nascituri che è di 103-106 fiocchi celesti ogni cento fiocchi rosa. Frutto di pratiche specifiche. Le gestanti cinesi, quando l’ecografia ‘si colorava di rosa’ ricorrevano spesso ad aborti selettivi. In alternativa quelle più benestanti chiedevano aiuto alla scienza rivolgendosi a cliniche specializzate nella fecondazione in vitro. La selezione del sesso dell’embrione, illegale in Cina, è consentita per esempio nella vicina Thailandia, dove tante famiglie cinesi si rivolgono nella ricerca quasi disperata del figlio maschio.

Ultimamente i viaggi della ‘fertilità pilotata’ verso la Thailandia sono diminuiti. Perché sempre più coppie che vivono nelle città cinesi accolgono con il sorriso anche una femminuccia. Merito della allentata politica del “figlio unico”, imposta negli ultimi 35 anni, i cui esiti saranno ‘riassorbiti’ solo con il tempo. Lo spaccato socio-culturale della nuova Cina, è raccontato su La Stampa, oggi 18 agosto 2014, dalla giornalista Ilaria Maria Sala. Che mette in guardia.

Attualmente circa 30 milioni di cinesi non troveranno moglie nel loro Paese, data la scarsità di donne. Ma non è questo l’unico guaio della rigida politica demografica imposta per 35 anni. Nel 2030 la popolazione cinese dovrebbe registrare  il suo massimo picco, raggiungendo quota un miliardo e 400 milioni di persone, ma è difficile prevedere quali conseguenze porterà con sé lo sbilanciamento demografico. La Cina- osserva Sala- non è ancora “Dalla parte delle bambine” ma il lento cammino verso la modernità è finalmente cominciato.

Fonte: La Stampa