Siria, una generazione di orfani: 70mila le famiglie senza padre. “Papà, dove sei?”

padre_siriano350Il 19 marzo, per tanti bambini siriani, sarà un giorno come gli altri: un giorno senza papà.

Il mondo occidentale celebra questa data come la festa della presenza di colui che provvede ai bisogni, che dà forza e speranza con impulso virile alla quotidianità della famiglia.

Per 70mila famiglie siriane sarà un altro giorno di assenza, in un contesto nel quale il popolo siriano corre il rischio grave e concreto di veder crescere una generazione di bambini senza papà.

Nella società siriana il ruolo del padre in famiglia è di fondamentale importanza, dal momento che in essa vige un regime fortemente patriarcale. Come vero “capo” della famiglia, il padre provvede economicamente ad essa, è il protettore della terra e dell’onore.  

Un ruolo, quello paterno, che in un momento così traumatico di guerra viene sottoposto a una sofferenza fatta di stress, frustrazione, impotenza. Lo stress dell’aumentata soglia di attenzione nel provvedere si bisogni della famiglia in un contesto di povertà e quotidiane difficoltà. La frustrazione di non essere spesso in grado di soddisfare le necessità dei figli. L’impotenza di difendere i propri cari dai bombardamenti che martoriano città e villaggi, uccidendo in tre anni di guerra più di 11mila bambini. E poi la paura della separazione, la più lacerante delle esperienze tanto per un figlio quanto per un padre. Tuttavia, egli è costretto a rimanere forte in una società che nega gli uomini le lacrime o qualunque altro atto che riveli la sua debolezza, raddoppiando così il peso del dolore.

Lacrime che soffocano o versano di nascosto anche i padri eritrei e somali, papà di figli fatti partire per allontanarli dalla guerra che in quelle terre si combatte in una quotidiana, inquietante normalità. Solo questi papà conoscono lo strazio di vivere e lavorare ogni giorno con l’affanno di raccogliere abbastanza denaro da farli andare lontano dalla guerra, dall’altra parte del mare, perché abbiano salva la vita. I figli minorenni di questi padri noi li chiamiamo MISNA (Minori Stranieri Non Accompagnati) e la loro sofferenza ci impone di accoglierli quando approdano sulle nostre coste e adoperarci perché fino a quando non sarà possibile farli ricongiungere alle loro famiglie abbiano tutto l’amore di cui hanno bisogno.

Un giorno dopo l’altro le famiglie siriane stanno perdendo i loro padri, i padri eritrei e somali perdono i figli per salvare loro la vita. In un caso o nell’altro si tratta di una tragedia politica, sociale, economica, umana la cui soluzione non appare dietro l’angolo e le cui conseguenze saranno dolorose per molto tempo. Così mentre in molti paesi del mondo si celebra la Festa del Papà, in Siria si vive la tristezza di una generazione di figli per l’assenza dei loro padri, mentre in Eritrea e in Somalia altre migliaia di padri vedono partire i propri figli.

Amici dei Bambini ha attivato il progetto “Bambini in Alto Mare” per far fronte all’emergenza siriana con iniziative sia in Siria, mediante interventi  di sostegno alle famiglie povere dei villaggi che accolgono orfani di guerra e supporto medico attraverso 4 cliniche, sia in Italia, rafforzando il sistema di accoglienza a favore dei minori non accompagnati e delle madri sole.

Anche tu puoi aiutare con una donazione i bambini e le madri siriane, cliccando qui.