Instagram: niente piattaforma per gli under 13

Dopo le polemiche sui disturbi di natura mentale che l’uso eccessivo dei social provocherebbe nei minori, Instagram bocca il progetto di una sua versione dedicata ai minori di 13 anni

Il colpo, a metà settembre, lo aveva sferrato per primo il Wall Street Journal, denunciando in un articolo come Facebook fosse a conoscenza degli studi che indicano come un uso eccessivo di Instagram (che è di proprietà di Facebook dal 2011) provochi disturbi di natura mentale agli adolescenti e, in particolare, nelle ragazze. La risposta di Facebook era arrivata subito, con il capo della Sezione di Ricerca Prntiti Rasehoudlturv che ha incolpato il giornate di faziosità, contestando i risultati della ricerca stessa. Ma, a pochi giorni da tutto questo, i fatti dicono che Facebook ha momentaneamente sospeso il progetto di una versione del social destinata ai minori di 13 anni, sulla falsariga di quanto già hanno YouTube e, soprattutto, TikTok, social preferito dai giovanissimi, fresco di “festeggiamenti” per il raggiungimento del miliardo di utenti.

Instagram under 13: fermi tutti, per ora

Adam Mosseri, responsabile della piattaforma social, ha spiegato in un post, riportato da Il Messaggero, di voler lavorare “con genitori, esperti, responsabili politici e regolatoti per ascoltare le loro preoccupazioni e dimostrare così il valore e l’importanza di questo progetto”.
Un progetto che, sempre secondo, Mosseri, aiuterebbe anche i genitori, che potrebbero fare affidamento su una piattaforma appositamente pensata per i minori, piuttosto che sperare che l’algoritmo attuale di Instagram capisca la vera età dei loro figli e ne blocchi di conseguenza l’accesso, visto che attualmente la piattaforma è vietata ai minori di 13 anni (così come TikTok, per il quale il Garante della Privacy ha dichiarato come i ragazzi sotto i 13 anni siano “incapaci di gestirlo”).

Sostenitori e oppositori di una versione di Instagram under 13

Proprio questo è il punto a favore di chi sostiene il progetto di Instagram Kids, alzando le mani, di fatto, di fronte alla realtà che vede tantissimi minori accedere comunque al social network senza che questo riesca a identificarli e, dunque, bloccarli: meglio, dicono allora, poter contare su una piattaforma pensata per loro. Dall’altro lato, invece, ci sono tutti coloro che pensano che sotto i 13 anni l’utilizzo ei social sia un problema a prescindere e che una possibile risposta all’uso distorto che i più giovani fanno della rete non può partire dalla rete stessa. È una questione di cultura, di educazione, che coinvolge tutti, le famiglie per prime: perché sono in gioco i sentimenti e le esperienze dei ragazzi, che troppo spesso finiscono per condividere le proprie esperienze ancora prima di viverle.