Italia a crescita zero: l’Istat fotografa un Paese sempre più vecchio. Intanto Renzi “rottama” anche l’adozione internazionale

culle vuoteIn Italia i decessi superano le nascite. E’ un fatto ormai costante, ma il 2014 ha segnato il nuovo record negativo. Il saldo tra natalità e mortalità è stato negativo per quasi 100 mila unità. L’Istat fotografa il calo demografico  del nostro Paese, ricordando che per trovare un picco simile bisogna tornare al biennio 1917-1918. Allora, però, c’era la Prima Guerra Mondiale.

L’Italia certo non è il solo Paese che invecchia sempre più. E’ di pochi giorni fa la notizia che la denatalità colpisce pesantemente anche la Germania, dove però la questione è per Angela Merkel una vera ossessione. Il premier tedesco sa bene che per compensare le culle vuote, Berlino dovrà accogliere più migranti.

E Matteo Renzi? Il premier nostrano ha presente cosa significherà per il nostro Paese il calo demografico? In Italia hanno smesso di fare figli anche gli immigrati, che negli anni passati avevano sostenuto il tasso: -2.638 sul 2013, pur rappresentando ancora il 14,9% del totale dei nati. Piccole cifre, si dirà. Ma esse sono da un lato la spia di un malessere diffuso, ma anche l’esito di sciagurate scelte politiche.

Quelle duemila e passa culle vuote avrebbero potuto essere attutite da eventuali adozioni di bambini stranieri da parte di famiglie italiane. E qui la responsabilità di Renzi c’è tutta.  Alle dichiarazioni d’intenti della prima ora, ha fatto seguito il più totale disinteresse da parte del premier. Un disinteresse testimoniato dal silenzio calato sulla riforma della legge sulle adozioni internazionali, dalla sua abdicazione al ruolo di presidente della Commissione Adozioni Internazionali a favore di un magistrato, peraltro incompetente in materia di giustizia minorile, dalla totale paralisi delle attività della commissione stessa (una sola riunione in 18 mesi, volta alla presentazione del nuovo organico; nessuna autorizzazione per nuovi paesi; nessun tavolo di lavoro con enti autorizzati; il mancato rilascio di attestazioni per riaccreditamento; nessun incontro preparatorio in vista dell’arrivo di delegazioni di Paesi di origine dei bambin; la mancata pubblicazione del rapporto statistico 2014 che annualmente illustrava i dati e le prospettive nelle adozioni internazionali).

In 18 mesi il premier Renzi con il suo totale disinteresse ( a meno che ciò non corrisponda a un suo preciso disegno) ha di fatto ‘rottamato’ 15 anni di lavoro, che avevano portato il settore delle adozioni internazionali ad essere il fiore all’occhiello del nostro Paese. Dal rapporto dell’istituto di statistica emerge l’Italia come un Paese anziano – l’età media supera i 44 anni – da cui i giovani continuano a fuggire e in cui le culle restano vuote: 12mila nati in meno rispetto al 2013. Con buona pace dei nostri governanti.