Italiani favorevoli alle adozioni e all’accoglienza. Ma la burocrazia rimane “miope”

L’indagine: il 40% consiglierebbe di adottare. Eppure il calo continua. Griffini (Ai.Bi.): “Coppie devono sostenere oltre 20 colloqui. Come fossero psicopatici”

Nonostante la burocrazia, gli italiani hanno fiducia nelle adozioni e, anzi, sono pronti a consigliarle alle tante coppie senza figli. A pari merito, come consiglio, c’è quello della fecondazione omologa. A seguire fecondazione eterologa e affido. Questa classifica è il risultato di un’indagine sulla percezione dell’istituto adottivo, condotta da un gruppo di docenti universitari di sette atenei italiani e promossa dall’associazione Italia Adozioni. Positive sono anche le emozioni con cui gli italiani reagiscono di fronte al concetto di adozione: sentimenti come ammirazione o gioia sono infatti per l’80% più rappresentati, di fronte alla prospettiva di adottare, rispetto a paura, vergogna o imbarazzo.

Il 40% degli intervistati sono quelli che suggerirebbero a coppie senza figli l’adozione. Inoltre oltre il 70% del campione ha affermato di conoscere famiglie adottive e di ammirarle. L’80% invece conosce l’adozione attraverso storie o libri. Questo anche se la percentuale di esperienze dirette di adozione nel campione era pari solo a circa il 10%. Per l’adozione insomma, i sentimenti degli italiani sono soprattutto positivi. Un sentimento confermato dal fatto che, pur in una generale situazione di flessione delle adozioni, l’Italia resta saldamente dal 2008 il primo paese in Europa e il secondo al mondo (dopo gli Stati Uniti) per numero di adozioni di minori.

Negli anni tra il 2000 e il 2018 sono stati 50.152 i bambini accolti dalle famiglie italiane, anche se dal 2011 è iniziato un calo vertiginoso, che ha portato, per fare un esempio, il numero delle adozioni internazionali realizzate ogni anno dalle circa 4mila unità dello stesso 2011 al numero inferiore a 1000 del 2019. Bambini che sono italiani a tutti gli effetti per l’ordinamento giuridico.

Adozioni e burocrazia: cosa penalizza l’istituto adottivo

Ma, se l’Italia è così accogliente, cos’è che penalizza l’istituto adottivo allora? “Finché avremo in Italia una miope burocrazia per le adozioni internazionali – commenta il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffinisaranno ben poche le famiglie che decideranno di avventurarsi su un percorso così irto di ostacoli. Ricordo che l’Italia è ancora l’unico paese europeo ad avere un percorso giudiziario per ottenere l’idoneità all’Adozione Internazionale. Inoltre magistratura minorile e servizi sociali sono permeati da una cultura negativa che vede l’adozione internazionale come un potenziale fallimento. Ci sono coppie che devono sostenere per ottenere una relazione dei servizi sociali addirittura più di 20 colloqui con psicologi quasi fossero degli psicopatici. Occorre una massa impressionante di documenti da inviare al Paese straniero, che dopo sei mesi scadono e occorre rinnovarli tutti. Non vengano rispettati i tempi previsti dalla legge e soprattutto aldilà di sporadici rimborsi, occorre che l’adozione internazionale sia sostenuta in maniera strutturale dal Governo. Cosa che, al momento, non avviene”.