Keepers, l’app che aiuta i genitori a proteggere i figli dai pericoli del web

Keepers monitorizza e rileva tutto ciò che accade sullo smartphone del bambino intercettando qualsiasi contenuto che potrebbe essere ritenuto pericoloso, i contatti da parte di persone estranee al nucleo familiare e alla cerchia di amici riportandolo in tempo reale ai genitori.

La vicenda della bimba di 10 anni  morta per partecipare ad un’assurda ed estrema competizione sui social ha scioccato l’Italia intera. Bambini ed adolescenti, a causa della pandemia, sono sempre più connessi ed in balia dei pericoli del web. Tocca ai genitori essere sempre più presenti, vigili ed attenti. Ma non è sempre così semplice.

In loro aiuto ecco intervenire Keepers, app per il controllo parentale realizzata con l’obiettivo di proteggere i giovani dall’odiosa piaga del cyber bullismo ma efficace per tutelare i ragazzi da ogni pericolo del web.

Come funziona?

Keepers monitorizza e rileva tutto ciò che accade sullo smartphone del bambino intercettando qualsiasi contenuto che potrebbe essere ritenuto pericoloso, come l’uso di un linguaggio offensivo tipico del bullismo e del cyberbullismo, contatti da parte di persone estranee al nucleo familiare e alla cerchia di amici o qualsiasi altro pericolo che potrebbe danneggiare la salute mentale del ragazzo, riportandolo in tempo reale ai genitori. Mamma e papà potranno inoltre bloccare sullo smartphone dei propri figli i siti ritenuti pericolosi o monitorare il livello di batteria del telefonino quando i ragazzi non sono in casa.

La particolarità di Keepers è inoltre quella di avvisare il genitore di una conversazione ritenuta “pericolosa” anche se nel suo interno non sono presenti parole offensive. Ciò è reso possibile dall’utilizzo di “algoritmi di riconoscimento del linguaggio naturale, il cosiddetto NLP. Vengono identificate le emozioni dal testo anche se non sono presenti parole esplicitamente lesive”.

L’app avrebbe potuto allertare i genitori…

Quel ‘gioco di resistenza’ poteva essere interrotto dall’app grazie alle segnalazioni sottoposte all’attenzione dei genitori. Si legge su Famiglia Cristiana che riporta il commento di Hanan Lipskin, co-fondatore di Keepers, in merito alla vicenda della bimba di Palermo venuta a mancare pochi giorni fa: L’app avrebbe riconosciuto le parole pericolose tra cui le stesse ‘Black Out Challenge’, scarfing (soffocare) e hanging (sospeso, appeso) sia in italiano che in lingua originale, lanciando un allarme sullo smartphone collegato”.

“Una soluzione che facilita la vita familiare, il suo equilibrio e coadiuva i genitore nello stabilire un ambiente digitale sicuro e magari evitare di dover sbirciare nel cellulare di suo figlio in piena notte – sottolinea Famiglia Cristiana – Un gesto a cui molto spesso sono costrette a ricorrere le madri rischiando di minare il rapporto di fiducia. Ed è qui la seconda novità introdotta da keepers, si tratta di un patto di lealtà, ovvero la consapevolezza e l’accordo che si crea tra genitore e figlio. Per installare l’app è, infatti, necessaria un’autorizzazione che arrivi dai due dispositivi ma l’app non può essere né modificata né rimossa senza il consenso ovvero credenziali inserite dai genitori”.