Khalid Chaouki: “L’adozione internazionale deve essere la “missione” di un intero Paese, non di una sola famiglia: ecco perché sostengo il progetto di legge di Ai.Bi.”

khalid 2Alla Giornata Nazionale dedicata alle adozioni internazionali, promossa da Ai.Bi. e svoltasi sabato 25 Maggio, ha presenziato anche l’On. Khalid Chaouki, giornalista professionista, neo eletto alla Camera dei Deputati, responsabile dei Nuovi Italiani per il PD e componente della Commissione Affari esteri e Comunitari.

All’Open Day di Roma, l’On. Chaouki è intervenuto sulle adozioni e sulla Kafala, appoggiando il manifesto di Ai.Bi., e impegnandosi nel promuovere la riforma di legge depositata in Camera e Senato finalizzata a velocizzare gli iter, abbassare i costi e rendere le adozioni più facilmente realizzabili. Riportiamo i punti più salienti del suo intervento:

 

Il progetto di Ai.Bi. mi interessa proprio perché mette al centro l’infanzia, i bambini, il rapporto con i Paesi in via di sviluppo e di conseguenza che tipo di relazioni vogliamo avere con questi Paesi. Se noi cambiamo la prospettiva in tale direzione, la questione non riguarda poche famiglie fortunate, come una cosa eccezionale, di lusso, che richiede un percorso ad ostacoli in cui riesce solo il più fortunato.

Se poniamo l’adozione, non solo come un diritto, ma come un dovere per un Paese come l’Italia di occuparsi dei bambini del mondo e stare dentro i principi della nostra Costituzione e dei rapporti internazionali della lotta alla povertà, lo Stato sarà obbligato ad accompagnare le famiglie ma anche ad agevolare questo percorso. Perché l’adozione in questo modo diventa la missione di un Paese, non diventa più la missione di una famiglia che ha questa “ambizione”. La proposta di legge la sostengo e la supporto perché potrebbe aiutare il nostro Parlamento e più in generale la società italiana a riproporre il tema dell’adozione.

Occorre fare dell’adozione uno strumento di cooperazione internazionale e dare un messaggio chiaro, come Paese che vuole aiutare i bambini a crescere in un contesto migliore e ambire al proprio futuro anche con la cooperazione che è uno strumento importante. Non si può delegare soltanto alle associazioni un compito così gravoso.

Il Pubblico deve prendersi la sua responsabilità e costruire un miglioramento complessivo della legge, insieme alle associazioni esperte.

In Commissione Esteri alla Camera tenteremo di portare una proposta condivisa, larga. Ogni rappresentante dovrà fare un lavoro interno al proprio gruppo politico. Dobbiamo trovare un momento pubblico in seno alla Camera per far conoscere il tema in questa nuova prospettiva, non solo per spingere perché la legge sia recepita ma per fare un salto qualitativo, culturale.

Da non sottovalutare in questa direzione, il tema della Kafala che mira a tutelare l’appartenenza del bambino di provenienza senza spogliarlo della propria identità. Lo strumento della Kafala vale sia per i musulmani che per i non musulmani adottanti nei paesi come il Marocco. Vanno costruiti degli accordi con questi Paesi per capire come la Kafala possa di fatto essere attuata. Il tema è complesso potrebbe essere anche possibilità nuova, che dà alle famiglie straniere in Italia la possibilità di accogliere bambini del loro Paese di origine”.