Kosovo. Un libro per non dimenticare. I 189 giorni di Laura 

Laura Scotti, 189 giorni tra l’Italia e il Kosovo per far conoscere la realtà dell’infanzia nel paese, per accompagnare giornalisti sul campo e sensibilizzare l’opinione pubblica su persone che altrimenti sarebbero state dimenticate.

A fine primavera di 20 anni fa, terminava, per le cronache, un lungo conflitto alle porte di casa nostra le cui conseguenze si protrassero per lungo tempo. I bombardamenti della NATO, decisi  per indurre il regime di Slobodan Milošević a porre fine alle repressioni, alla pulizia etnica in Kosovo al ritiro delle truppe serbe da quel territorio, misero fine a una guerra che aveva causato migliaia di civili, lasciato le popolazioni senza più nulla, costretto migliaia di bambini a privazioni e sofferenze.

E’ proprio a loro che, prima di tutto, Ai.Bi. rivolse le attenzioni: l’organizzazione e i suoi volontari entrarono nel paese, iniziarono a ricostruire, disseminarono le cittadine di tanti Punti Ai.Bi., aree protette in cui i bambini lasciavano andare le paure e ricominciavano a giocare; altrettanti centri di aggregazione giovanile davano spazio a ragazzi di ogni etnia e minoranza di incontrarsi e costruire la pace.

In questi mesi di entusiasmo e solidarietà internazionale si inserisce l’esperienza e la storia di Laura Scotti che, lasciata una professione sicura in una agenzia di comunicazione, decise di dedicarsi ad Ai.Bi. e in particolare ai bambini del Kosovo.

Trascorse 189 giorni tra l’Italia e il Kosovo per far conoscere la realtà dell’infanzia nel paese, per accompagnare giornalisti sul campo, per sensibilizzare l’opinione pubblica su persone che altrimenti sarebbero state dimenticate. Pochi giorni ma essenziali, di svolta, per lei e per i bambini che oggi sono uomini e donne rinati: una esperienza stroncata da un incidente aereo nei cieli di Pristina- il 12 novembre 1999 – insieme a altri operatori umanitari di organizzazioni e agenzie internazionali.

Una perdita indelebile, come quella avvenuta poche settimane fa in Etiopia, nel disastro aereo che ha coinvolto anche operatori e volontari italiani.

Il ricordo di Laura è ancora oggi vivo tra i kosovari e i serbi che l’hanno incontrata 20 anni fa così come nel libro a lei dedicato “I 189 giorni di Laura” di Francesca Mineo (Ancora Editrice): l’autrice ha ripercorso nel paese le orme della collega ricostruendo il suo lavoro a fianco della popolazione stremata dalla guerra, dalle privazioni materiali e psicologiche.

Ai.Bi. è rimasta nel paese a lungo con numerosi progetti di cooperazione internazionale e di sostegno all’affido, portando a compimento uno dei sogni di Laura: una casa famiglia aperta all’accoglienza di bambini abbandonati o in difficoltà familiare e la ricostruzione di una scuola, progetti a lei intestati in ricordo del suo amore per questa terra.

Laura, la ragazza dai capelli rossi, ha lasciato così tanti segni e testimonianze concrete che è stato naturale nel tempo veder nascere la sua memoria.