L’ adozione di un bambino è un atto benedetto dal Signore

Si rinnova anche in questo mese di agosto la consolidata tradizione secondo cui le famiglie adottive e affidatarie della comunità La Pietra Scartata si ritrovano il primo sabato di ogni mese a recitare insieme il Santo Rosario per i bambini abbandonati di tutto il mondo. Per il mese di agosto, il commento e la preghiera che accompagnano il brano del Vangelo secondo Matteo (Mt 17,1-9) sono a cura dei coniugi Donatella e Adalberto Pacillo (Comunità Regione Campania).

Commento e preghiere a cura di Donatella e Adalberto Pacillo (Comunità Regione Campania).

Vangelo secondo Matteo (Mt 17,1-9)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 

Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». 

All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Ciò che accade sul monte della trasfigurazione è pregno di simboli che sintetizzano in modo efficace e suggestivo il senso della missione salvifica di Gesù: il bagliore ci immerge  nel sopranaturale, Elia ci indica e ci conferma  la presenza del messia atteso, Mosè evoca il patto dell’antica alleanza contenuto nelle tavole della legge affidategli sul monte Sinai e sancito ai piedi di quell’altura con il sacrificio della vittima immolata.

La venuta di Gesù tra gli uomini, la sua predicazione, la sua morte e la sua resurrezione rappresentano pertanto  il compimento delle scritture e l’atto più rimarchevole – perché sancito con ilsacrificio del suo figlio unigenito – compiuto dal Padre nella lunga storia della salvezza.

Il sacrificio della croce è infatti  l’atto più cruento ma anche  più amorevole ed apparentemente incomprensibile di Dio verso gli uomini:  Egli si fa uomo nella persona del Figlio per offrirsi come agnello sacrificale ad espiazione del male commesso dalle sue creature e a suggello del patto di una nuova alleanza con esse.

Della storia della salvezza siamo tutti chiamati ad essere protagonisti vivendo secondo gl’insegnamenti ricevuti da Gesù e ricordando le parole della Voce: Questo è il figlio mio, l’amato: in lui ho riposto il mio compiacimento. Ascoltatelo.

Siamo pertanto chiamati all’amore e all’attenzione verso i bisogni dei più fragili, in particolare siamo chiamati all’attenzione verso l’infanzia abbandonata per la quale Gesù mostrava una particolare predilezione.

Chi accoglie un bambino deve farlo della consapevolezza che compie un atto benedetto dal Signore e che sta aggiungendo un piccolo  tassello alla faticosa costruzione del Regno di Dio, che è regno di Amore, di Pace e di Giustizia.

PREGHIAMO

Nel primo mistero preghiamo perché non manchi mail’attenzione degli uomini verso gli ultimi e gli indifesi, in particolare verso l’infanzia priva del calore di una famiglia che possa sostenerla con il proprio affetto e con le proprie cure.

Nel  secondo mistero preghiamo perché le regole e la burocrazia non siano d’impaccio per l’accoglimento di un minore in attesa di una sua  mamma e di un suo papà.

Nel terzo mistero preghiamo perché ogni famiglia adottiva possa sentirsi integrata in  un contesto parentale, amicale e sociale consapevole e collaborativo.

Nel quarto mistero preghiamo per tutti gli operatori dell’infanzia, in particolare per quelli che si occupano dell’abbandono.

Nel quinto mistero preghiamo perché possano cessare tutte le prepotenze, tutte  le sopraffazioni e tutte le ingiustizie che rendendo troppo diseguali gli uomini tra loro causano di fatto gran parte degli abbandoni.