“La Bacchetta deve fare il tris?” La tiepida posizione del Ciai

bacchetta 100In Rassegna Stampa riportiamo l’articolo di Vita nella versione integrale, mentre qui evidenziamo, a beneficio dei lettori, la risposta di Graziella Teti , responsabile adozioni internazionali del Ciai: «Il lavoro che la CAI ha fatto in questi ultimi anni è stato molto importante», ha dichiarato a Vita. «Soprattutto in questi ultimi due anni, come anche da noi sollecitato, la Commissione ha fatto molto in termini di verifica del lavoro degli Enti, esercitando in maniera più forte il suo ruolo ispettivo e di controllo, di cui c’era un gran bisogno».

Certo manca un ruolo politico, «anche la gestione Riccardi in questo è stata assente». Quindi, ribadisce Teti, «la CAIdovrebbe ritrovare un forte indirizzo politico per guidare un momento di grande cambiamento e non limitarsi a subirlo. E non sto parlando solo dei numeri, che come è naturale ci preoccupano, ma soprattutto del fatto che le adozioni stanno diventando sempre più difficili, con le esperienze delle famiglie sempre più complesse. Occuparsi di adozioni internazionali non è solo far entrare un certo numero di bambini, ma creare politiche capaci di accompagnare e gestire questa complessità».

Sulla vicepresidente Bacchetta e sulla sua gestione, Graziella Teti si esprime tiepidamente: «Nulla da dire, anzi. Se sarà riconfermata collaboreremo con l’atteggiamento positivo di sempre, se ci sarà una nuova nomina ci auguriamo che l’avvicendamento avvenga nel solco della strada fatta. Di certo in entrambi i casi serve urgentemente una presidenza politica forte».

Per chiarire ancora qualche aspetto dell’emergenza di trovare una rapida soluzione, la redazione di Ai.Bi. News ha raggiunto Graziella Teti, che ci ha rilasciato questa ulteriore dichiarazione:

Lo scenario delle adozioni internazionali è andato modificandosi radicalmente negli ultimi anni, non solo per il calo del numero dei bambini adottati, ma soprattutto per le loro caratteristiche: sempre più spesso i minori hanno problematiche e difficoltà che determinano nei futuri genitori, ma anche tra operatori e insegnanti, la necessità di confrontarsi. L’esperienza di vita delle famiglie adottive – con bambini grandi, affetti da patologie, fratrie numerose, bambini reduci da traumi o violenze, etc – è inevitabilmente più complessa.

E’ importante comprendere e gestire questo cambiamento che, in continuità con la strada tracciata dalla vicepresidente Bacchetta, rafforzi l’impegno italiano per la messa in campo di risorse economiche, professionali, di riflessione e di ricerca, affinché l’adozione continui a rappresentare, nel tempo, una risposta accogliente e positiva della nostra società, nei confronti dei tanti bambini che, da ogni parte del mondo, hanno bisogno di una famiglia”.