La Commissione per gli affidi controllerà i genitori affidatari

Sarà la Commissione per  gli affidi presso le Direzioni  regionali dell’ASP che selezionerà le
famiglie candidati a prendere in affido i bambini abbandonati dagli istituti specializzati.
Sarà l’ istituzione finale  che approverà i futuri genitori. Visto l’ interesse zero negli
ultimi anni per quanto riguarda le adozioni dei  bambini  degli istituti a livello nazionale,
il governo ha deciso di puntare  sull’altro servizio, quello dell’affido  aumentando i  sussidi
per le famiglie affidatarie. Per un bambino loro riceveranno il 150% dello stipendio minimo del
Paese, cioè 435 leva. per ogni secondo bambino la  cifra sarà iù alta di 29 leva, mentre pe?
ogni ulteriore bambino la somma del sussidio  potrà arrivare  a  493 leva.
La Commissione, i Comuni e i servizi sociali  minacciano di effettuare  controlli scrupolosi e
da vicino sull’istruzione, e l’educazione, l’adattamento e il sostegno nell’allevamento dei
bambini nelle famiglie affidatarie. Il progetto dovrà essere realizzato in conformità con la
Strategia nazionale per la deistituzionalizzazione dei bambini nella Repubblica di Bulgaria che
prevede la chiusura di 137 istituti sociali per bambini  nei prossini 15 anni. Dal 2013 entrerà
in vigore anche il divieto di abbamdono  negli istituti dei bebè fino all’età di 3 anni.
I critici  dell’affido ritengono che  questo servizio possa diventare un buon business per  le
persone  con redditi bassi. Secondo loro  l’allevamento del  bambino diventa una professione e
non un  obbilgo morale  come  quello che hanno i genitori naturali e quelli  adottivi. In caso
di mancato sussidio finanziario  gli affidatari perdono rispettivamente l’interesse e lo
stimolo di prestare cure ai bambini e gli ultimi vengono trasferiti a qualcun altro
“bisognoso”, ritengono  alcuni. Un motivo di preoccupazione è anche il fatto che i casi di
violenza  nelle famiglie affidatarie costituiscono un fenomeno frequente. Probabilmente bisogna
introdurre dei  criteri stabili e un reddito fisso in un contratto  di lavoro  almeno pari allo
stipendio  medio del Paese, nonchè l’esigenza di pagare i contributi di previdenza socialee
sanitaria. Sarebbe una garanzia che  la retribuzione  pagata alle famiglie affidatarie  non
sarà  utilizzata  per il mantenimento dei  genitori.

Sarà la Commissione per  gli affidi presso le Direzioni  regionali dell’ASP che selezionerà le famiglie candidati a prendere in affido i bambini abbandonati dagli istituti specializzati. Sarà l’ istituzione finale  che approverà i futuri genitori. Visto l’ interesse zero negli ultimi anni per quanto riguarda le adozioni dei  bambini  degli istituti a livello nazionale, il governo ha deciso di puntare  sull’altro servizio, quello dell’affido  aumentando i  sussidi per le famiglie affidatarie. Per un bambino loro riceveranno il 150% dello stipendio minimo del Paese, cioè 435 leva. per ogni secondo bambino la  cifra sarà iù alta di 29 leva, mentre pe? ogni ulteriore bambino la somma del sussidio  potrà arrivare  a  493 leva.La Commissione, i Comuni e i servizi sociali  minacciano di effettuare  controlli scrupolosi e da vicino sull’istruzione, e l’educazione, l’adattamento e il sostegno nell’allevamento dei bambini nelle famiglie affidatarie. Il progetto dovrà essere realizzato in conformità con la Strategia nazionale per la deistituzionalizzazione dei bambini nella Repubblica di Bulgaria che prevede la chiusura di 137 istituti sociali per bambini  nei prossini 15 anni. Dal 2013 entrerà in vigore anche il divieto di abbamdono  negli istituti dei bebè fino all’età di 3 anni.I critici  dell’affido ritengono che  questo servizio possa diventare un buon business per  le persone  con redditi bassi. Secondo loro  l’allevamento del  bambino diventa una professione e non un  obbilgo morale  come  quello che hanno i genitori naturali e quelli  adottivi. In caso di mancato sussidio finanziario  gli affidatari perdono rispettivamente l’interesse e lo stimolo di prestare cure ai bambini e gli ultimi vengono trasferiti a qualcun altro “bisognoso”, ritengono  alcuni. Un motivo di preoccupazione è anche il fatto che i casi di violenza  nelle famiglie affidatarie costituiscono un fenomeno frequente. Probabilmente bisogna introdurre dei  criteri stabili e un reddito fisso in un contratto  di lavoro  almeno pari allo stipendio  medio del Paese, nonchè l’esigenza di pagare i contributi di previdenza socialee sanitaria. Sarebbe una garanzia che  la retribuzione  pagata alle famiglie affidatarie  non sarà  utilizzata  per il mantenimento dei  genitori.