La corsa sfrenata delle Regioni per “l’Adulterio in Provetta”: senza una legge, approvate in 30 giorni le linee guida regionali. L’adozione internazionale, nonostante la legge, le attende invano da 16 anni

tradimento-infedelta-amore350Dopo il governo nazionale, anche le Regioni abbandonano l’adozione internazionale. Con l’approvazione il 4 settembre – a meno di 30 giorni dalle dichiarazioni del ministro Lorenzin – delle Linee guida delle Regioni sulla fecondazione eterologa, prosegue la marcia trionfale di un vero e proprio “adulterio in provetta”, mentre l’adozione internazionale subisce un esilio sempre più drammatico da parte delle istituzioni.

Ecco concretizzarsi in tutta la sua deflagrante evidenza il paradosso: laddove esiste una legge, la 476 del 1998, che istituisce per l’adozione internazionale un piano regionale con protocolli operativi coordinati (POC), non esiste dopo ben 16 anni alcuna linea guida; laddove invece ancora non esiste una legge sulla fecondazione eterologa, a tempo di record – in un solo mese – sono state elaborate ed approvate all’unanimità delle linee guida dalla Conferenza delle Regioni.

La legge 476/98 stabilisce infatti al comma 1 dell’articolo 39-bis che “Le regioni promuovono la definizione di protocolli operativi e convenzioni fra enti autorizzati e servizi, nonché forme stabili di collegamento fra gli stessi e gli organi giudiziari minorili”. Una norma che si poneva, nelle intenzioni del legislatore, di promuovere attraverso questi protocolli operativi l’azione congiunta di Tribunali per i minorenni, servizi sociali ed Enti autorizzati.

Con la finalità di una presa in carico congiunta della coppia adottiva per accompagnarla durante tutto il percorso adottivo, eliminando da un lato una infinità di inutili e ripetitivi passaggi e percorsi paralleli, (caratteristica del cammino adottivo ad oggi), dall’altro attuando un vero intervento e approfondito percorso formativo (e non solo selettivo).

La realtà dopo 16 anni è tutt’altra, e si constata con rammarico che non esiste una strategia comune tra i soggetti coinvolti nel sistema delle  adozioni internazionali. E tra le pochissime regioni che hanno approvato protocolli operativi coordinati – Piemonte,  Emilia Romagna, Toscana e Veneto – solo quest’ultima vede una concreta attività volta ad adottare provvedimenti concreti. Le altre regioni si sono limitate a far sottoscrivere protocolli centrati solo su pochi incontri nei quali gli esperti degli enti  autorizzati illustrano le problematiche e le possibilità di una adozione internazionale.

Avanti tutta invece con l’eterologa di Stato, con tanta convinzione che anche gli aspetti economici sono stati risolti a tempo di record, facendo ricadere i costi sulle strutture pubbliche. A grandi passi, istituzioni regionali e governo nazionale si allontano dall’infanzia abbandonata, preferendo alla “giusta accoglienza” di un figlio che già è, l’”adulterio in provetta” di un figlio “su misura” che sarà.