Gabicce: al via la Scuola dell’Accoglienza. “La grandezza di Ai.Bi.? Non ci fa sentire mai soli”

Senza-titolo-6La Festa delle Regioni ha aperto la XXII settimana di formazione e Studi di Ai.Bi. Dopo i saluti e le presentazioni di rito, il primo appuntamento è rigorosamente conviviale. Tra i cibi e i sapori che le tante famiglie Ai.Bi. portano con sé da ogni parte d’ Italia. Sul tavolo del buffet fa bella mostra di sé la caciotta romana di pecora che la signora Ramuzzi ha abbinato ad una marmellata di agrumi più che bio, visto che sono quelli del suo giardino. Poi la torta alle noci che la famiglia Gozzini ha portato dal Trentino. Pizze salate in quantità e tanto vino che il “gruppo Lazio” ha portato per innaffiare ogni palato. Le signore mostrano di gradire soprattutto il Moscato di Terracina offerto dalla famiglia Broccoli.

Tra un bicchiere e l’altro, l’atmosfera è quella di una festa familiare, dove non serve conoscersi per riconoscersi. Qui tutti hanno attraversato lo stesso percorso di vita. Partiti da una ‘stazione’ di sofferenza, viaggiano su binari che sono amore e fede.  E il bello è che questo riguarda tutti, grandi e piccini. Perché nella settimana di formazione e studio, le famiglie vengono al completo.
Ciascuno svolge attività in base alla propria età: laboratori, seminari, giochi, gite, momenti di preghiera e spiritualità. Tra i veterani, c’è Sergio Barel ci viene insieme con la sua famiglia dal 1998 e afferma:« Per noi è un appuntamento fisso, ogni altro impegno si sposta, questo no». Elisabetta gli fa eco: «Per noi è importante esserci, in primo luogo come genitori, poi anche come formatori. Abbiamo iniziato quasi per scherzo nel 2006, prima ancora che arrivasse nostro figlio, e adesso non ne possiamo fare a meno». «Questa settimana ci dà la carica per affrontare tutto l’anno», chiosa il signor Sabbioni.
E non è solo il mondo degli adulti di questo parere. I fratelli  Lucas, Sami e Jesuane Pifferi sono tre ‘ambasciatori’ di Ai.Bi. G, ovvero Ai.Bi. giovani. Hanno 18, 17 e 15 anni. Arrivarono dieci anni fa dal Brasile. E in perfetto accento toscano fanno a gara per spiegare il senso di questa settimana.  Lucas dice: «La grandezza di Ai.Bi. è che ci permette di condividere emozioni e dubbi con altri che hanno vissuto la stessa nostra storia». «Perché qui sai che non sei l’unico ad aver sofferto e capisci che tutto ha un senso», lo interrompe Jesuane. Nella staffetta che i due ragazzi ingaggiano, sotto lo sguardo beffardo del fratello Sami, Lucas mette il sigillo: «Se siamo qui, tutto ha un senso. Perché Dio esiste e io ci credo».

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