La guerra delle adozioni internazionali. Nuovo speciale di AiBinews sull’assurdo attacco della CAI al sistema dell’accoglienza adottiva

vita fotoFamiglie disperate, genitori in eterna attesa che non ricevono risposte alle loro domande, enti autorizzati privati di un punto di riferimento istituzionale. Questa la situazione delle adozioni internazionali in Italia, che trova il suo più drammatico riscontro nelle cifre: in pochi anni il numero dei bambini stranieri adottati da famiglie italiane si è dimezzato, passando da oltre 4mila a circa 2mila. Questo dicono i dati. Che però non sono dati ufficiali, ma solo proiezioni, dal momento che la Commissione Adozioni Internazionali non pubblica da 2 anni il report statistico annuale. Una delle tante mancanze della Cai attuale. La paralisi della Commissione è alla base di molti dei problemi che affliggono le adozioni internazionali: una questione attorno alla quale si è scatenata una vera battaglia tra una Cai inerme da una parte e, dall’altra, famiglie, associazioni, enti, mezzi di comunicazione che con sempre maggiore forza stanno chiedendo che qualcosa finalmente cambi nell’Autorità Centrale italiana. A questa “battaglia” Aibinews ha dedicato uno dei suoi “speciali” consultabile dalla homepage del sito www.aibi.it. Una raccolta di articoli pubblicati da Aibinews o da altre testate giornalistiche che ripercorrono le recenti fasi più importanti di uno scontro che si riflette inevitabilmente sulla sorte di centinaia di bambini e di famiglie.

Innanzitutto il botta e risposta tra la presidente-vicepresidente della Cai, Silvia Della Monica, e gli attori del sistema. La nostra Autorità Centrale, infatti, si trova di fronte all’evidente anomalia di una “presidente che è anche vice di se stessa” (14 marzo) e che, oltre a non pubblicare i dati, non riunisce la Commissione da 2 anni e di fatto si è resa irreperibile. Così 27 enti e 33 associazioni familiari, dando voce a 60mila famiglie, decidono di mettersi “insieme per salvare il sistema-Italia”: considerano “inaccettabile l’assenza dei dati e la mancanza di una gestione collegiale” della Cai e chiedono al premier Renzi di “ristabilire legalità e funzionalità” della Commissione (16 marzo). La paralisi della Cai trova sempre più spazio anche sui media nazionali. Il 28 marzo Radio 24 sente il parere dei genitori che lamentano: “abbiamo inondato la Cai di telefonate ed e-mail… ma nessuno ha mai risposto”. Pochi giorni dopo il Tg2 denuncia “ritardi e burocrazia” nelle adozioni internazionali, ma il vero boom arriva a partire dal 31 marzo, quando “Le Iene” su Italia 1 vanno letteralmente a caccia di risposte dalla presidente della Commissione ottenendo solo una porta chiusa in faccia. Ne segue una valanga di commenti indignati su Facebook e l’unanime invito a proseguire l’inchiesta. Largo spazio alla questione viene dedicato anche dai quotidiani “Avvenire” e “la Repubblica”. Il primo (31 marzo) pone alcune domande sull’attuale paralisi della Commissione e arriva a ipotizzarne il commissariamento (8 aprile). Il secondo dà voce invece a un nuovo appello degli enti e delle associazioni familiari che scrivono al presidente del Consiglio: “Gentile premier Renzi, riapriamo le porte ai bambini abbandonati”.

Nel frattempo, corre parallela la vicenda dei bimbi ancora bloccati nella Repubblica Democratica del Congo. Tra conti che non tornano (1° aprile), gravi accuse della presidente-vicepresidente della Commissione (21 marzo) e richieste di informazioni da parte dei politici (24 marzo), l’unico a muoversi pare essere il ministero degli Esteri (5 aprile) e le nuove pesanti dichiarazioni di Della Monica fanno dire ai genitori coinvolti nella vicenda che “la Cai dovrebbe essere il luogo dell’accoglienza, non un Commissariato o una Procura della Repubblica” (7 aprile).

In tutto questo, la politica non si ferma e si attiva sia da destra che da sinistra. Il 14 marzo il senatore di Idea Carlo Giovanardi chiede a Renzi perché non sostituisca la presidente della Cai e a inizio aprile, sulla scorta della propria esperienza ai vertici della Commissione, espone “la verità sulle accuse di Della Monica”. Ma anche il Pd sembra non gradire l’attuale situazione: dei 31 senatori che  l’8 aprile chiedono “chiarezza e trasparenza” nella Cai un nutrito numero proviene proprio da partito del premier.

Tutto questo e molto altro ancora potrete leggere nel nuovo speciale di Aibinews “La guerra delle adozioni internazionali”, online da oggi su www.aibi.it.