La mostra. I bambini abbandonati di San Paolo nell’obiettivo di Daniele Pericoli

mostra-brasile200Lo sguardo di una bambina disorientata mentre una giovane volontaria le disegna un cuore rosso sulla guancia. Un altro atterrito e disperato che piange fissando il vuoto; un foglio colorato con su “Nesta casa existe” (in questa c’è…): l’autorevole rivendicazione di un piccolo “abitante” che difende così il suo “spazio” vitale ; una bambina di circa 10 anni seduta sul divano del soggiorno di casa sua con la mamma che guarda la tv e ancora piccole scarpe di bambini, accatastate in maniera disordinata in uno scaffale.

Attimi di vita quotidiana, quella legata al sottile filo della sopravvivenza di quei bambini abbandonati che vivono sulla strada, o negli istituti, tristi, vuoti e freddi: ovvero senza l’amore di una famiglia che si prenda cura di loro. La terribile realtà dei minori che vivono a San Paolo in Brasile: sprazzi di vita immortalata dall’obiettivo del fotografo Danilo Pericoli e che per la prima volta verranno esposte nella mostra “Il valore dell’accoglienza” che verrà allestita sabato 27 settembre in occasione dell’Open day di Ai.Bi. Amici dei Bambini.

La Personale di Pericoli sarà, infatti, uno dei momenti clou della giornata incentrata sul tema delle adozioni internazionali e del valore dell’accoglienza che si svolgerà alla Casa dei Diritti, in via De Amicis 10.

La mostra, circa una trentina di foto, si inserisce all’interno del progetto “Promozione e appoggio dell’accoglienza familiare”, realizzato da Amici dei Bambini nello Stato di San Paolo del Brasile. L’intervento si propone di difendere l’esercizio del diritto alla famiglia di oltre 200 minori fuori dal proprio contesto familiare, ovvero di bambini lasciati in istituto per un lungo periodo di tempo o a forte rischio di entrarvi. Il progetto promuove l’adozione quale strumento di accoglienza utile a garantire al minore un diritto, e non soltanto a rispondere ad un desiderio, seppur legittimo, di genitorialità. Sostiene la comunità, e in modo particolare la famiglia, affinché diventi riferimento, supporto e promotrice di una cultura dell’accoglienza.

La mostra riprende le realizzazioni del progetto, guidando i visitatori all’interno degli istituti, nelle stanze dei bambini. Li invita a percorrere i sentieri stretti delle favelas, fino a raggiungere le case in cui abitano le loro famiglie. Li spinge a guardare dentro, nei soggiorni improvvisati dei genitori, che l’Associazione sostiene affinché siano in grado di offrire un futuro ai propri figli. Chiede ai visitatori di affacciarsi sul mondo dei bambini abbandonati, condividendone le paure, i sogni, la sofferenza, ma anche la semplicità, la gioia con cui vivono i momenti di festa organizzati da Ai.Bi., la speranza, sempre viva, di trovare una famiglia.

L’iniziativa, avviata nel settembre 2008 grazie al contributo della Regione Lombardia e del Comune di Milano, ha interessato le città di Carapicuíba, Araçatuba e Campinas.

La situazione di povertà dei cittadini è tra le principali cause di abbandono dell’infanzia nelle tre aree municipali, ove particolarmente preoccupante appare il problema dei minori in istituto. Secondo informazioni fornite in modo informale dagli operatori del Potere Giudiziario dello Stato Federale, sono circa 15.000 i minori che vivono in istituto nello Stato di San Paolo.

A Carapicuíba, le attività progettuali sono state realizzate con i minori dell’istituto Santa Terezinha, la cui istituzionalizzazione è spesso legata alla negligenza e alla violenza fisica. Nella città di Araçatuba, il progetto ha coinvolto i bambini di tre istituti: la Casa Abrigo, la Casa da Criança Nossa Senhora Aparecida e il Lar Espirita Caminho de Nazaré. A Campinas, Amici dei Bambini ha collaborato con il Centro Municipal de Proteção á Criança e ao Adolescente.

“…rientrato dalle visite agli istituti in cui abitano i piccoli (…) ho sentito – dice Daniele Pericoli – che mi è stata regalata, in cambio, una strana forza. Qualcosa che, fino a quel punto, esisteva per me solo nell’ambito delle pratiche spirituali; un benessere già familiare(…), la sensazione di dimenticare le distrazioni del mondo attorno a me, per cercar di entrare nel silenzio della contemplazione interiore e della preghiera.”