La nostra adozione era già scritta in cielo

Adesso non avevamo più paura: lui era “nostro” figlio, lo era sempre stato e adesso ci stava aspettando…

 L’adozione è una storia d’amore meravigliosa ed anche se a volte il percorso che conduce ad abbracciare il proprio “figlio” è tortuoso, il suo sorriso, è un dono prezioso che ripaga di ogni fatica. Soprattutto quando fin dal primo momento, nel proprio cuore, già si percepisce che quel bambino è il pezzettino mancante della propria famiglia. È “nostro” figlio.

Così è accaduto anche per Maria ed Enrico Gallozzi, sposati da 32 anni e genitori di 5 figli, 3 biologici e 2 adottati.

La prima adozione Maria ed Enrico l’hanno realizzata in Brasile nel 1999 e il racconto di come Daniel è divenuto loro figlio sembra un vero e proprio miracolo, perché come spiegano: “la nostra adozione era già scritta in cielo”…  ascoltiamolo dalle parole di Maria…

La proposta di abbinamento

 Ricordo benissimo il giorno in cui abbiamo ricevuto la telefonata di Annamaria Molinari di Ai.Bi. con la quale ci veniva fatta la proposta di abbinamento con Daniel. Era il 12 febbraio. Quell’anno era giovedì grasso e ricordo che io e mio marito ci meravigliammo molto per quella telefonata, perché sapevamo che in Brasile, quando c’era il carnevale si fermavano tutte le attività.

Descrivere la nostra gioia, ma anche i nostri timori non è semplice…

Sentimmo immediatamente che Daniel era nostro figlio, il figlio che avevamo tanto atteso. Ma c’erano anche i timori: che storia aveva? Da chi era nato? Come potevamo aiutarlo?

La nostra famiglia era in festa!

 Avevamo già i nostri primi due figli e ricordo che per dare loro la bellissima notizia, all’uscita di scuola, andammo a pranzo da Mc Donald’s. La gioia dei bambini fu immensa!

Iniziammo ad organizzarci visto che di lì a poco saremmo partiti… ma il tempo passava e nonostante le nostre numerose telefonate, non avevamo più ricevuto notizie.

In quel periodo cominciai a scrivere un diario, in cui raccontavo tutte le nostre emozioni per l’arrivo di nostro figlio, che poi avrei regalato a Daniel da grande.

La telefonata: “Daniel è stato assegnato ad un’altra famiglia”

 Dopo circa un mese, però, ricevemmo un’altra telefonata con la quale ci fu comunicato che Daniel era stato assegnato ad un’altra famiglia. Non vi dico la sensazione di lutto vissuta: avevamo perso un figlio!

 Nonostante non avessimo ancora visto una sua foto e di lui avessimo solo pochissime informazioni, l’avevamo sentito già da subito come nostro figlio.

Abbiamo pianto e pregato affinché il Signore desse a lui tanta felicità e aiutasse noi a superare questo dolore infinito.

Subito dopo Pasqua ricevemmo una nuova proposta di abbinamento per un bambino che poi andò in adozione nazionale ma in questo caso non soffrimmo come per Daniel, che continuava ad essere presente nei nostri pensieri.

Spesso ci chiedevamo cosa stesse facendo, in quale città vivesse, se avesse trovato qualcuno che sapeva amarlo, se fosse felice…

I giorni passavano e cominciavamo a pensare che forse non avremmo mai realizzato il nostro sogno di adozione.

Congratulazioni: siete i genitori di Daniel!”

 Poi, ad inizio maggio, arrivò “la telefonata”. Annamaria Molinari ci disse che saremmo dovuti partire per San Paolo dopo 15 giorni, perché  il bambino andava preparato e al termine della telefonata ci disse: “Congratulazioni: siete i genitori di Daniel!”

A quel punto chiedemmo se fossimo di fronte ad un caso di omonimia anche se nel nostro cuore speravamo fosse lui. Ci fu risposto che era proprio lui! Era “Quel” Daniel e che poi ci sarebbe stato spiegato tutto.

Daniel era stato proposto a due enti: Ai Bi e ad un ente tedesco che aveva accettato la proposta senza interpellare la famiglia. Era stato scelto per Daniel l’ente tedesco ma poi la famiglia lo aveva rifiutato perché “a cinque anni era troppo grande”…

Così Daniel, dopo questo rifiuto era rientrato nel giro dell’attesa di adozione nazionale e successivamente internazionale e forse sarebbe rimasto in istituto ancora a lungo se la psicologa che lo seguiva non fosse intervenuta per accelerare il processo.

A questo punto il giudice chiese ad Ai.Bi se la nostra famiglia fosse ancora in attesa di adozione…

 Il Miracolo era avvenuto!!!

Adesso non avevamo più paura: lui era “nostro” figlio, lo era sempre stato e adesso ci stava aspettando.

Il 22 maggio partimmo per San Paolo, per ricongiungerci con Daniel, di cui non avevamo visto nemmeno una foto ma non ci importava, perché sapevamo nel nostro cuore che lui e solo lui poteva essere nostro figlio.

Ancora oggi ringraziamo la donna che lo ha messo al mondo, la famiglia tedesca che lo ha rifiutato ma soprattutto ringraziamo Dio perché nei suoi piani infiniti, spesso a noi incomprensibili, ci ha ri-donato nostro figlio Daniel.

Maria ed Enrico Gallozzi