La ricetta di Paola Binetti: cinque azioni per uscire dalla crisi dell’adozione internazionale

paola_binetti_00Bastano cinque azioni per ridare ossigeno alle adozioni internazionali. Lo evidenzia la deputata Paola Binetti che sponsorizza così alla Camera la proposta di riforma della legge sull’adozione internazionale voluta da Amici dei Bambini.

Nei giorni scorsi la Binetti, insieme a sei colleghi del gruppo parlamentare “Per l’Italia”, ha presentato la mozione numero 1/00309 in cui illustra in sette pagine le criticità delle adozioni internazionali e chiede al Governo Letta di intervenire su cinque questioni. Primo. Snellire la burocrazia, anche attraverso una revisione della normativa attuale, accelerando il processo annunciato dal Ministro Cancellieri. Secondo. Valutare in concreto la possibile eliminazione delle idoneità dei Tribunale per i minori e la semplificazione dell’iter di selezione delle coppie, fino ad oggi ad esclusivo carico dei servizi pubblici, a vantaggio di una procedura più razionale di accompagnamento e formazione pre e post adozione delle coppie stesse, che preveda la collaborazione tra i servizi pubblici e quelli provati degli enti autorizzati. Terzo. Esercitare un controllo sui costi complessivi sostenuti dalle famiglie per valutare come venire incontro ad eventuali necessità non previste. Quarto. Valutare la proposta dell’Ai.Bi. di rendere l’adozione internazionale totalmente gratuita. Quinto. Ottenere maggiori garanzie per le adozioni  e per i bambini, per non trovarsi davanti a Paesi che possono cambiare le loro decisioni in corso d’opera.

La Binetti ha anche affrontato un aspetto inserito nel Manifesto di Ai.Bi., ovvero la necessità di disciplinare la Kafala, istituto di tutela e di protezione del minore islamico, riconosciuto dalla convenzione Onu fin dal 1989 e  non ancora recepita nel nostro Paese.

Le adozioni internazionali sono al centro dell’attenzione politica e mediatica dopo il caso della sospensione del rilascio ai passaporti per i bambini nati in Congo, decisa dal Governo di Kinshasa per verificare le procedure adottive.

Ma la parlamentare, che nella mozione cita anche Marco Griffini, presidente di Ai.Bi., ricorda come la riforma non riguarda poche persone,  ma darebbe speranza alle 14mila famiglie che hanno firmato il Manifesto ‘Più famiglie più adozioni’ di Ai.Bi., famiglie che costituiscono la punta dell’iceberg di un esercito di genitori pronti a fare dell’adozione la propria scelta di vita.  Purché questo atto d’amore non diventi un massacro o un’odissea.

I dati parlano chiaro. Dopo una costante crescita registrata negli anni ’90, cha hanno visto le adozioni internazionali passare da 300 bambini stranieri accolti in Italia del 1982 a 3mila del 1999, negli ultimi anni è iniziato un calo progressivo. La Binetti ricorda quanto Ai.Bi. ha evidenziato da tempo, senza essere ascoltata. E cioè che le adozioni internazionali sono in crisi cronica. Tanto che i 6.237 decreti di idoneità ottenuti dalle coppie nel 2006, sono scesi a 4.509 nel 2009 e a 4.000 nel 2012.

Dopo il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e quello del Senato, Pietro Grasso, ora l’urgenza di riforma della legge sulle adozioni internazionali arriva da sette parlamentari ( oltre alla Binetti, hanno firmato anche il capogruppo Dellai, Cesa, Buttiglione, Cera, Adornato, De Mita). Ma spetta ai partiti di maggioranza e al Governo Letta impegnarsi e finalmente tradurre le parole in fatti.