La tassa più iniqua: l’Iva sulle donazioni

iva“Un provvedimento prezioso per tutto il Terzo Settore”. L’Istituto Italiano della Donazione definisce così l’ipotesi dell’abolizione dell’Iva per gli enti che operano nel non profit. L’Iid, con un suo comunicato stampa emesso venerdì 29 agosto, aderisce quindi alla denuncia lanciata dal “Corriere della Sera” relativamente all’eccessiva tassazione a cui sono sottoposte le donazioni.

Una revisione delle norme fiscali è uno degli impegni presi dal Governo e contenuti nella legge delega per la riforma del Terzo Settore. Un’intenzione che l’Iid si augura possa diventare presto realtà.

“Se i soci Iid non avessero dovuto pagare l’Iva – dicono dall’’Istituto Italiano della Donazione – avrebbero potuto fare molto di più, a beneficio di tutti”.

Un esempio su tutti è rappresentato proprio dalla realtà di Amici dei Bambini. Lo rende noto lo stesso direttore generale di Ai.Bi., Antonio Crinò: “Pagare l’Iva non trova nessuna rispondenza logica – sostiene – ed è totalmente ingiusto. Il valore dell’imposta annuo di Ai.Bi. è di circa 1 milione e 200mila euro, una cifra che consentirebbe di accogliere 95 minori stranieri non accompagnati presso la nostra casa di accoglienza in Sicilia per un anno”.

Sulla stessa linea anche altri enti e associazioni del Terzo Settore che, risparmiando l’Iva pagata ogni anno, potrebbero realizzare opere di notevole importanza come centri di sviluppo infantile o fornire servizi come aiuto allo studio, cibo, cure mediche e sostegno a distanza a favore di centinaia di bambini.

Il problema interessa anche gli enti che si occupano di ricerca medica. Se non fossero più costretti a pagare l’Iva, infatti, potrebbero investire maggiormente in ricerca, attrezzature scientifiche per la diagnosi precoce e sostegno psicologico ai malati e alle loro famiglie. Sara Costa, presidente dell’Associazione Italiana per la Lotta al Neuroblastoma, afferma: “L’acquisto di un sequenziatore di Dna per il nostro laboratorio di ricerca ci porta a pagare un’Iva di 44mila euro: cifra con la quale riusciremmo ad assicurare il contratto di un anno a un oncologo clinico”.

 

Fonte: Redattore Sociale