La voce delle sedi Ai.Bi.: dai sogni delle coppie chi si avvicinano alla adozione ai progetti di post adozione per i nostri ragazzi

Colloqui con le coppie; progetti di un forno in sede; riscontri di iniziative lunghe e importanti come Panthakù e La scuola di e per la comunità. Tra un presente di impegno e un futuro di speranza. La settimana dal 28 giugno al 4 luglio

Le sedi di Ai.Bi., questa settimana, hanno vissuto momenti intensi, immersi nel presente, e si sono affacciate al prossimo futuro immaginandolo pieno di emozioni.

Sede di Macerata

La settimana trascorsa racconta di un presente vissuto con gli incontri informativi il primo passo del percorso-previsto da Ai.Bi. per accompagnare le coppie all’incontro con il figlio adottivo: quanto è bello ascoltare le coppie! Da un lato c’è chi testimonia il valore aggiunto che l’adozione ha significato nelle loro vite, dall’altro l’emozione e le speranze delle coppie, messe a dura prova in un tempo così precario come quello che stiamo vivendo.

Ancora una volta le coppie sottolineano come sia importante affidarsi ad una associazione seria che dia informazioni e sia capace di affiancare e accompagnare gli aspiranti genitori adottivi con competenza e preparazione . D’altra parte, da tutti viene evidenziato come questi incontri siano importanti per iniziare a capire bene le proprie risorse per decidere fino a che punto si è disposti ad accogliere.

Sede di Cagliari

Prosegue a pieno ritmo l’attività con i ragazzi che partecipano al programma di post adozione. Dopo la barca a vela, ora è la volta del “pane quotidiano”. Riprende, infatti, il progetto del forno in sede. Insieme all’artigiano, un maestro muratore esperto di terra cruda, i ragazzi costruiranno i mattoni di terra cruda, “adobe” nel mondo, “làdiri” in sardo, li faranno essiccare al sole e costruiranno la cupola del forno nel giardino della sede. Quando la situazione sanitaria lo permetterà, faranno il pane, e, negli open day, prepareranno la pizza e la carne. E finalmente si respirerà di nuovo il profumo di comunità.

Sede di Salerno

il bilancio di Panthakù ha portato a immaginare e progettare un ultimo anno ancora più arricchente per i beneficiari, primi fra tutti i ragazzi. Panthakù, oggi, ha dimostrato la resilienza messa in campo da ciascuno per fronteggiare questo periodo di incertezze. Ma l’anno prossimo con i partner l’accordo è totale: sarà la gioia il filo conduttore di tutte le attività, che ci porteranno a salutare un cammino meraviglioso fatto insieme.

Sempre a Salerno, per “La scuola di e per la comunità”, ci sono stati i saluti finali dei tutor ai ragazzi che hanno seguito per 4 mesi: i messaggi hanno confermato la bontà dell’attività, sia da parte dei docenti sia dei genitori, ma soprattutto dei ragazzi stessi: “Prof, ci vediamo lunedì?” “No, Kalana, il progetto è finito”. “Ah no? Ok, allora ci vediamo a settembre…”. E a settembre siamo sicuri che i ragazzi busseranno di nuovo alla porta e dovremo essere bravi con le parole per spiegare loro, ancora una volta, che il progetto è finito, e per non farli sentire soli.

Nel frattempo, a l’Aquila, si è svolto l’ultimo incontro con i professori su “La scuola che vorrei”, sempre nell’ambito del progetto “La scuola di e per la comunità”. Il lavoro conclusivo ha portato alla redazione di una “carta” che sarà strumento per avviare il dialogo con la comunità educante e con gli studenti a settembre.