L’accoglienza di un bambino abbandonato: Il coraggio della preghiera

preghieraDella preghiera, solitaria, personale, abbiamo bisogno tutti. Anche chi, sull’esempio di Gesù, dedica la sua vita alle persone più bisognose. Salvare un bambino dall’abbandono, accoglierlo e crescerlo come un figlio richiede tanta forza interiore. Quell’energia che solo il colloquio con il Padre ci può dare e da cui traiamo la forza di riprendere ogni volta il cammino, senza temere di “perdere tempo” nel fermarci a cercare la nostra intimità con il Signore.

Come da tradizione ormai consolidata, il primo sabato del mese le famiglie adottive e affidatarie della comunità “La Pietra Scartata” si riuniscono per recitare insieme il Santo Rosario per i bambini abbandonati di tutto il mondo.

Per questo mese di febbraio, il commento e la preghiera che accompagnano il brano del Vangelo sono a cura dei coniugi Vilma e Sergio Barel, della comunità “La Pietra Scartata” del Friuli Venezia Giulia.

 

 

Vangelo secondo Marco (Mc 1,29-39)

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, subito andò nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni.

La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasciò ed ella li serviva.

Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta.

Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.

Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava.

Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!».

Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!».

E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

 

 

Commento

Gesù ha molto da fare, in ogni luogo in cui si reca, la gente gli parla di persone bisognose del suo aiuto. E lui non si tira indietro, guarisce gli ammalati e allontana i demoni.

Ha bisogno anche lui, però di ritrovare le forze, e allora “si ritirò in un luogo deserto, e là” si mette a pregare.

Ecco la preghiera solitaria, il momento di riflessione personale, di colloquio con il Padre, è ciò di cui anche noi abbiamo bisogno. Gesù ce lo insegna con l’esempio: “si alzò quando era ancora buio, e si ritirò in un luogo deserto”. La preghiera, che non deve essere necessariamente fatta in piazza, pubblicata sui media, sbandierata ai quattro venti …, la preghiera è personale, il Signore ci sente ovunque, siamo noi che per trovare un dialogo con Lui abbiamo bisogno di allontanarci in un luogo e un tempo dedicati alla preghiera.

Per poi ritornare alle nostre faccende, più carichi. Quando Simone e gli altri lo trovano, riparte per predicare anche in altri villaggi.

Non dobbiamo avere paura di perdere tempo nel fermarci a riflettere e pregare per trovare la nostra intimità con il Signore.

Solo dalla preghiera nasce la forza per riprendere il cammino, per continuare il proprio lavoro, nella quotidianità, ma anche altrove, in “altri villaggi”.

 

 

Preghiere

 

Nel 1° Mistero – Per i bambini che in Congo, stanno aspettando la loro famiglia, che il Signore stia sempre loro vicino e li aiuti a mantenere viva la fiducia nei loro genitori, e non si sentano nuovamente abbandonati.

 

Nel 2° Mistero – Per i bambini che vivono la loro infanzia nelle zone di guerra, perché ci sia sempre qualcuno accanto che li aiuti e li protegga dalle atrocità che la guerra comporta.

 

Nel 3° Mistero – Per gli operatori dell’adozione internazionale, che in questo periodo incontrano continue difficoltà nel loro lavoro, perché anche loro dopo essersi fermati a pregare, sappiano ripartire, più forti in tutte quelle attività che aiutino ogni bambino ad avere una famiglia.

 

Nel 4° Mistero – Per tutti coloro che operano a livello istituzionale, perché sappiano mettere al primo posto il benessere dei bambini e quindi promuovano leggi e regole adatte a risolvere le situazioni problematiche e a permettere ad ogni bambino di vivere serenamente in una famiglia.

 

Nel 5° Mistero – Per le giovani coppie che si prestano a diventare famiglia, perché prendano esempio dalle famiglie adottive e affidatarie e, vedendo la bellezza dell’accoglienza,  possano considerarla  nel proprio progetto di vita famigliare.