Lampedusa: “Grazie perché mi avete regalato un altro figlio”

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“Se c’è l’amore, niente può andare male e tutto fila per il verso giusto”. È con questa certezza che la signora Piera, responsabile della Polizia municipale di Lampedusa, inizia il racconto di un’esperienza speciale. Insieme a suo marito Lillo, di professione addetto all’amministrazione di un istituto scolastico, ha aperto la porta di casa a Seidou, un ragazzo africano sbarcato sulle coste italiane all’inizio del 2014.

“E’ arrivato il 3 gennaio – racconta la signora Piera – e il 10 è entrato a far parte della nostra famiglia. In quei 7 giorni è stato a Messina, dove Amici dei Bambini si è occupata di cercargli una famiglia accogliente. Il 10 gennaio è arrivato a casa nostra”.

Piera e Lillo sono una di quelle coppie che hanno offerto la propria disponibilità a ospitare in affido temporaneo uno dei tantissimi minori stranieri non accompagnati che sbarcano sulle nostre coste, in fuga dalla miseria e dalla guerra che affliggono i loro Paesi di origine.

Seidou ha 16 anni e viene dal Senegal. A Lampedusa ha trovato la sua nuova famiglia: Lillo e Piera per lui sono “papà” e “mamma”. Due genitori per i quali il ragazzo è davvero “come un figlio naturale”. “è davvero come noi – afferma quasi emozionata Piera –, caratterialmente ci somiglia tanto. Dimostra di essere felice, va a scuola, ha fatto amicizia con i suoi compagni e gioca a calcio”.

Il ragazzo frequenta la terza media: per lui la scuola è una novità assoluta, nel suo Paese non ha mai avuto l’opportunità di andarci. Per aiutarlo a integrarsi, i genitori affidatari gli hanno comprato dei libri e lo seguono quotidianamente nei suoi progressi scolastici.

Ora Seidou è in attesa dei documenti che, a 4 mesi dal suo approdo in Italia, non sono ancora arrivati. La sua famiglia affidataria e Ai.Bi. si stanno battendo per fare in modo che il riconoscimento del ragazzo come persona e come figlio affidatario arrivi il prima possibile. “Il mese prossimo ci sono i tornei di calcio – afferma Piera – e lui ha tutto il diritto di parteciparvi”.

Piera e Lillo hanno anche due figlie naturali, due ragazze di 18 e 22 anni, ma hanno sempre aperto le porte con gioia a ogni altro figlio che il loro cuore chiedeva loro di accogliere. “Subito dopo la tragedia del 3 ottobre – ricorda ancora Piera – abbiamo accolto due ragazzi eritrei di 21 e 22 anni, tra quelli sopravvissuti a quel drammatico evento. Erano ospitati dal centro di accoglienza di Lampedusa, ma venivano qui a mangiare e a stare con noi”.

Tra dicembre e gennaio sono andati via, ma il rapporto tra loro non è mai cessato. “Ci sentiamo spesso – dice Piera –: quando parlo di loro, mi viene ancora la pelle d’oca. Abbiamo imparato tanto da loro.

 

Amici dei Bambini prosegue nella sua ricerca di famiglie disponibili ad accogliere i minori stranieri non accompagnati che sbarcano sulle nostre coste. Per saperne di più, visita la pagina dedicata e diventa protagonista dell’accoglienza giusta.