L’appello di 15mila famiglie al ministro Boschi: “la riforma delle adozioni internazionali deve essere fatta al più presto”. Presentato il manifesto “Oltre la crisi. Più famiglie e più adozioni”

boschi350A giugno, nell’ambito della riforma del Terzo Settoremetteremo mano anche alla riforma dell’adozione internazionale”. Sono le parole del ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, pronunciate poco più di due settimane fa, a pochi minuti dall’atterraggio dell’aereo che ha condotto tra le braccia dei loro genitori i bimbi del Congo. Un segnale interpretato come la conferma definitiva, da parte del Governo, di una volontà più volte affermata e ribadita dallo stesso Matteo Renzi, anche prima di assumere la guida dell’esecutivo.

Nel mese di giugno di un anno fa veniva presentata nella sala stampa della Camera dei Deputati veniva presentata una proposta di legge per la riforma della disciplina in materia di adozione internazionale. Un testo presentato da Amici dei Bambini e firmato dai deputati Mario Caruso e Khalid Chaouki. Una legge elaborata da esperti del settore, da anni impegnati nella lotta all’abbandono, che senza mezze misure si pone un obiettivo ambizioso: cambiare radicalmente il volto dell’adozione internazionale. Un testo frutto dell’esperienza dell’Associazione Amici dei Bambini, che in passato aveva fornito il suo contributo alla redazione dei due testi normativi che disciplinano l’adozione e l’affidamento dei minori: la legge 184 del 1983, poi modificata dalla legge 149 del 2001.

Per contribuire fattivamente alla realizzazione della riforma, Ai.Bi. ha offerto la propria collaborazione al governo, consegnando al ministro Maria Elena Boschi i contenuti del manifesto Oltre la crisi. Più famiglie e più adozioni, sottoscritto da  15mila famiglie, in parte tramite il sito di Ai.Bi. e in parte su form cartacei, per chiedere che venga portata a compimento al più presto la riforma dell’adozione internazionale. Un manifesto che ha ricevuto un così largo consenso, perché pensato ed elaborato per ridare speranza alle famiglie che desiderano accogliere minori stranieri abbandonati. Quotidianamente Ai.Bi. riceve nuove adesioni al manifesto, che è possibile sottoscrivere nel sito di Ai.Bi..

Le questioni fondamentali che si desidera sottoporre all’attenzione del ministro, sono riassumibili in questi 6 brevi punti programmatici.

1. In primo luogo è necessario promuovere, in Italia, una vera cultura dell’accoglienza, che si contrapponga a quella del “sospetto”  e della “selezione” di cui sono vittima oggi tante famiglie che vorrebbero adottare. Deve essere eliminato il passaggio attraverso i Tribunali per i Minorenni: una procedura che non trova riscontro in nessun altro Paese europeo, ad eccezione dell’Italia.  Una pratica che ha reso l’adozione, da meraviglioso atto di amore a processo inquisitorio. Va favorito un percorso comune, fra Enti e Servizi sociali, di “accompagnamento” alla genitorialità adottiva.

2. Bisogna snellire e semplificare l’iter adottivo, riconoscendo automaticamente la sentenza straniera di adozione e fissando tempi certi per l’ottenimento dei decreti di idoneità all’adozione, che spesso le famiglie rincorrono per anni, con il rischio di vedere rigettate le richieste. Non è possibile correre il rischio di tradire la speranza delle coppie.

3. Vanno ridotti i costi delle adozioni internazionali, che oggi sono proibitivi e costringono spesso le coppie a chiedere mutui e finanziamenti. Come si può ottenere questo risultato? Innanzitutto ridefinendo gli standard qualitativi degli enti autorizzati all’adozione, che sono tanti, troppi, disorganizzati e spesso agiscono senza controllo, operando senza quei requisiti minimi di professionalità e trasparenza che dovrebbero essere connaturati alla loro delicatissima funzione. E’ necessario fornire criteri organizzativi stringenti, prevedendo la “regionalizzazione” degli enti: per poter operare sul territorio e stipulare convenzioni con le amministrazioni locali, essi dovranno essere dotati di almeno una sede nella regione di riferimento. La prospettiva, attraverso la razionalizzazione del sistema e dei costi, deve essere quella di attivare un meccanismo virtuoso incentrato su economia di scala che consentiranno, un giorno, di pervenire alla gratuità delle adozioni.

4. Bisogna trasferire la collocazione della Commissione per le Adozioni Internazionali sotto la competenza del Ministero degli Affari Esteri, così da acquisire più spinta propulsiva nelle relazioni con gli interlocutori internazionali. Per rendere più efficace questo processo, ogni ambasciata all’estero deve avere un funzionario di riferimento con competenza sulle adozioni internazionali.

5. E’ necessario inoltre agevolare l’adozione dei minori con “bisogni speciali” (ovvero quelli con problemi di salute o handicap, gruppi di fratelli, minori di età superiore ai sette anni), così che possano essere adottati anche da persone single e da adottanti con età superiore ai limiti stabiliti dalla legge attualmente in vigore.

6. Serve infine aprire alle accoglienze alternative, a cominciare dalla kafala, l’istituto giuridico dei paesi a cultura islamica per la protezione e l’accoglienza  dei minori abbandonati, sul cui riconoscimento l’Italia è in grave ritardo rispetto agli altri paesi. Altro istituto da introdurre nel nostro Paese è l’affido internazionale, per consentire di accogliere nelle famiglie affidatarie italiane i minori dei Paesi in emergenza umanitaria.

Questi sono dunque gli aspetti salienti della riforma proposta da Ai.Bi., sui quali sarebbe importante che si concentrasse il governo: si tratta di un contributo di sostanza, con soluzioni e risposte concrete alla crisi che affligge il settore delle adozioni internazionali.

Una crisi che, secondo le prime proiezioni, nel primo semestre del 2014, (i dati elaborati saranno resi noti nella prima quindicina di luglio) ha provocato un crollo delle adozioni del 35/40% rispetto allo scorso anno. Chiediamo al ministro Boschi, al premier Renzi, a tutto il governo, di restituire una speranza a quelle migliaia di famiglie italiane che vorrebbero tornare a credere in questa meravigliosa forma di accoglienza e amore che è l’adozione internazionale.