L’Arai rilancia la sede di Roma: un buon segnale

anna-maria-colella200Il rischio di chiusura sembra davvero solo un lontano ricordo. Il 2015, per l’Agenzia regionale per le adozioni internazionali (Arai), l’ente della Regione Piemonte presieduto da Anna Maria Colella, è iniziato con la pubblicazione di un bando per l’assunzione di un consulente psicologo e un consulente psicoterapeuta per la sua sede romana. In pochi mesi, l’Arai – unico ente pubblico tra i più di 60 attualmente attivi in Italia che lavora in convenzione con altre 5 Regioni – è passato dalla paventata cancellazione alla possibilità di assumere nuovo personale in una delle sue sedi periferiche.

Un’eventualità impossibile da prevedere solo un mese prima, a inizio dicembre 2014, quando si era addirittura ipotizzata una soppressione dell’ente nell’ambito delle misure adottate dalla Giunta Chiamparino al fine di ridurre le spese regionali. Nello specifico, il provvedimento prevedeva il trasferimento dei compiti dell’Arai a un settore interno all’amministrazione regionale e l’assorbimento del suo personale da parte della Regione. Pochi giorni dopo, però arrivò la retromarcia. Il 16 dicembre, infatti, nel corso di una seduta della Commissione Bilancio centrata proprio sulla discussione del Disegno di Legge 67 sul contenimento della spesa regionale, la Giunta annunciò l’intenzione di salvare l’Arai, accogliendo quindi la richiesta del Movimento 5 Stelle di mantenere in vita questa eccellenza nel mondo delle adozioni internazionali.

Un segnale sicuramente incoraggiante in un momento così difficile per questa forma di accoglienza. Il crollo del numero di adozioni effettuate, la deriva della Commissione Adozioni Internazionali – priva di una vera conduzione politica e da mesi ormai gestita in modo autonomo da una sola persona – il disinteresse sempre più evidente da parte del Governo non fanno altro che aggravare la profonda crisi in cui l’adozione versa da tempo. In questo quadro, quindi, il salvataggio di una struttura pubblica attiva nel settore rappresenta senza dubbio un buon segnale e dimostra la volontà di non rinunciare a risollevare le sorti di una realtà che pare destinata all’estinzione.

Non è un mistero, del resto, che Anna Maria Colella sostenga da tempo la necessità di una profonda riforma del settore che andrebbe, a suo avviso, “imperniato su un sistema misto pubblico-privato. Un sistema, cioè, fondato sulla presenza di servizi pubblici regionali – uno per ogni regione – tra loro consorziati che operino in un rapporto di collaborazione, e non di concorrenza,con un gruppo di enti autorizzati di livello nazionale definiti in base a criteri pubblici” e provvisti di sedi operative in ciascuna regione in cui intendono lavorare.

La notizia della pubblicazione del bando per la sede romana dell’Arai è accolta con favore anche da Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini“E’ una buona notizia – commenta Griffini –. In questo periodo di totale buio dell’adozione internazionale avevamo temuto l’uscita di scena dell’Arai, una preziosa alleata nel voler riformare il nostro settore all’insegna dell’assoluta trasparenza delle pratiche adottive, soprattutto all’estero. Se si vuole veramente rilanciare l’adozione internazionale, è infatti arrivato il momento di sconfiggere per sempre la piaga dei soldi in contanti portati in nero all’estero, fonte di corruzione e di traffico di minori, come recentemente denunciato anche dall’interpellanza presentata alla Camera dei Deputati dall’onorevole Alessandro Pagano.

Le nuove assunzioni in casa Arai arrivano negli stessi giorni in cui la Regione Lazio ha lanciato una serie di progetti per sostenere le famiglie con un investimento di circa 64 milioni di euro. Cinque le azioni previste: potenziamento delle attività del Terzo Settore, interventi per una migliore integrazione socio-educativa dei minori, ampliamento della rete di case famiglia per disabili e degli asili nido e creazione di 6 nuovi centri per la famiglia. Questi ultimi offriranno anche servizi di informazione, sensibilizzazione, monitoraggio, valutazione e reclutamento delle famiglie affidatarie e rappresenteranno un punto di riferimento territoriale per le adozioni internazionali.