L’assurdità dei servizi sociali: una famiglia ‘ricostruita’ è inadatta all’accoglienza

Devo con molta tristezza affermare quanto segue. Sono una donna molto ferita dai servizi, e da una psicologia fatta con poca precisione. Ho avuto due figli quando ero molto giovane, ho dovuto separarmi per salvare me e loro. Una volta passato il periodo difficile, mi sono sposata in Chiesa e ho fatto un percorso di fede, sono diventata catechista e mi piace molto stare con i ragazzi. Sento con mio marito di poter dare tanto amore a un altro figlio e di allargare la mia famiglia, ma purtroppo pesa su di noi un ‘etichetta’. Siamo una famiglia ricostituita. I servizi non guardano se la mia famiglia può dare tanto amore a un bimbo bisognoso di famiglia, ma se siamo una famiglia secondo i loro canoni e questo mi rattrista molto. Si aggrappano a qualsiasi cosa per farci sentire una famiglia non normale e mi fa stare peggio l’idea che questo potrà precludere una famiglia a chi ne ha bisogno. Non importa se noi abbiamo fatto corsi su corsi per arrivare pronti all’indagine di coppia, possiamo fare qualsiasi cosa, ma restiamo una famiglia ricostituita. Il nostro servizio in parrocchia, il nostro essere attivi a favore del prossimo non conta nulla…siamo una famiglia “complessa”. Urge una rivalutazione del sistema adozioni e spero vivamente che si faccia qualcosa. Le coppie omosessuali vantano dei diritti e vengono difese, ma chi ha sbagliato una volta nella vita e può usare la sua sofferenza come fonte di empatia per un bimbo abbandonato, dovrebbe solo tacere perché ha sbagliato. Sono stanca di questa psicologia spiccia. Scusate lo sfogo,

Claudia

 

TRASFORINIGentilissima Claudia,

sfogo benaccetto, deve essere stato davvero frustrante che la vostra spinta così sentita e profonda verso l’adozione sia stata non solo respinta ma in qualche modo pure umiliata.

Non mi risulta che ci sia alcun criterio specifico che determini uno status di serie B alle coppie con famiglie ricostruite, la complessità rilevata dagli operatori dovrebbe essere riferita solo ed esclusivamente alla condizione specifica del vostro nucleo familiare. Oltre alle vostre storie individuali e di coppia, la presenza di altri figli, la loro età, le loro caratteristiche costituiscono elementi rilevanti nella delineazione delle dinamiche familiari e affettive che vi contraddistinguono.

Dal nostro osservatorio rileviamo un aumento, come è ovvio, di seconde nozze o di persone con figli da precedenti unioni e pertanto sarebbe ottuso rifiutare per pregiudizio. Diverso sarebbe se la complessità che viene rilevata venga valutata come una variabile che rende la famiglia accogliente instabile o conflittuale, evidenziando quindi fattori di rischio per la tenuta dell’adozione. In questo caso il Servizio dovrebbe rimandare al nucleo che offre la propria disponibilità gli elementi valutati critici per consentire una maturazione e una riflessione condivisa. Seria, non psicologia spicciola.

Spero che il vostro desiderio di accoglienza possa trovare una strada,

Lisa Trasforini

Equipe psicologica di Ai.Bi.