Le quattro notti di San Giuseppe, il padre adottivo di Gesù

leo e piervi 200Forse non è un caso se il papà per antonomasia è un papà adottivo. Proprio alla figura di san Giuseppe, Amici dei Bambini ha dedicato un intero numero della rivista ‘Lemà sabactani’ da titolo “Giuseppe, padre adottivo di Gesù?”.

San Giuseppe è una figura da un lato sepolta da tradizioni secolari e, dall’altro, totalmente dimenticata, ma che a dispetto dello spazio esiguo che gli viene concesso nei vangeli canonici, è il protagonista della Storia di Salvezza. Bisogna immaginarlo nel suo tempo, Giuseppe. Un uomo devoto e riservato, che si ritrova alle prese con un problema più grande di lui. La ragazza di cui è pazzamente innamorato aspetta un figlio, che non è suo. Entrare in punta di piedi nella notte oscura di Giuseppe, la prima, significa rivivere la delusione, il tormento del tradimento. Ma anche risentire la dolcezza della paternità accettata, che porta Giuseppe a sentire la responsabilità della propria paternità adottiva e infine a vivere la notte dell’angoscia.

Quattro ‘notti’ che sono le tappe fondamentali che ciascun padre adottivo attraversa– ricorda Marco Griffini, fondatore e presidente di Amici dei Bambini.  La prima, la rinuncia alla propria paternità e la scoperta della sterilità feconda. La seconda, è l’annuncio: vi è un bambino che ha bisogno della mia fecondità. Terza  tappa è l’accettazione: credo che tu possa diventare mio figlio. E infine la quarta tappa: nasce un bambino non mio che rinasce mio figlio, che riconosco come mio figlio.

In poco più di cento pagine, Griffini insieme ad altri autori (tra cui don Maurizio Chiodi, padre spirituale dell’associazione di famiglie adottive La pietra Scartata) riflettono sulla figura di San Giuseppe e sulla spiritualità dell’accoglienza. L’opera, pubblicata dalla casa editrice Ancora, è disponibile sul sito di Aibishop.