CAMBOGIA:LIBERA DI ESSERE MADRE!

Da un po’ di tempo il piccolo Kim non si faceva vedere presso il nostro Asilo  Nido. Dopo essere andate a visitare la famiglia, le educatrici hanno scoperto che la mamma di Kim, la signora Chanthy, aveva lasciato il villaggio e si era trasferita presso un’agenzia di reclutamento, il cui nome è Philimore, con l’obiettivo di andare a lavorare in Malesia. Dopo una propaganda fatta al villaggio proprio da questa agenzia sui vantaggi di andare a lavorare all’estero, molte donne, abbagliate dalle false promesse in un facile guadagno, hanno lasciato le proprie famiglie con l’idea di partire in Malesia. Prima della partenza, l’agenzia prevede un periodo di formazione in house keeping e un corso d’inglese, alla quale ogni aspirante a partire è obbligata a partecipare. Il contratto tra il lavoratore e l’agenzia, spesso volutamente non chiaro alla inconsapevole vittima, prevede al momento della firma un immediato supporto alla famiglia di circa 100 $ e poi la formazione. Tutto questo ha un costo, il cui conto viene presentato alla famiglia, se per caso la futura domestica cambiasse idea e non volesse piú partire. Il debito che la famiglia di Chanthy aveva contratto con l’agenzia risultava essere 570 $, cifra che una famiglia cambogiana difficilmente riuscirebbe a mettere insieme. Naturalmente dietro alle promesse di un facile guadagno lavorando come domestica in case di privati malesiani, si nasconde una realtà ben diversa: le lavoranti sono tenute segregate in casa, costrette a orari di lavoro impossibili e talvolta picchiate o violentate. Inoltre lo stipendio viene trattenuto dalla compagnia come pure i documenti. AiBi Cambogia è intervenuta prontamente affiancata da una ONG australiana, SISHA, che si occupa della lotta contro il traffico di esseri umani. Abbiamo incontrato il Direttore di filiale della compagnia e, dopo eterne trattative, in un crescendo di tensione, siamo riusciti ad ottenere la liberazione di Chanthy. Chanthy, davanti alle altre lavoranti ancora segregate, ha potuto riabbracciare il piccolo Kim e il marito dopo piú di 2 mesi di segregazione. É stato commovente assistere all’incontro. Intanto con i nostri partners di progetto abbiamo stabilito una strategia d’intervento: è infatti fondamentale seguire la famiglia supportandola a livello psicologico ed economico per evitare che si trovi nuovamente nella stessa situazione. Sarà inoltre nostra premura organizzare una formazione in parenting skills e money management per le famiglie piú problematiche beneficiarie dei servizi dell’Asilo e, allo stesso tempo, pianificare una campagna di sensibilizzazione per rendere gli abitanti del villaggio consapevoli dei rischi che si nascondono dietro alla promessa di un facile lavoro in Malesia.