Livorno, tutti a teatro per sognare il giorno in cui non si conoscerà più l’abbandono

teatroArriverà il giorno in cui ci sveglieremo e non sapremo più che cosa sia l’abbandono semplicemente perché questa piaga per milioni di bambini del mondo non esisterà più? Un sogno che potremmo contribuire a trasformare in realtà aderendo a un’iniziativa divertente e solidale allo stesso tempo: quella del teatro al fianco dell’infanzia. Lunedì 11 maggio la commedia solidale arriva a Livorno, dove, sul palco del Teatro “I 4 Mori”, andrà in scena lo spettacolo “Non ti conosco più amore mio!”, prodotto dalla società Saxophone Srl e curato dalla compagnia del Centro Nazionale Teatrale di Sergio Pisapia Fiore. Due le repliche previste: la prima alle ore 16 e la seconda alle ore 21. Parte dell’incasso di entrambe le rappresentazioni sarà devoluto ad Amici dei Bambini per i suoi progetti di lotta all’abbandono in Italia e nel mondo.

“Non ti conosco più, amore mio!” è una divertente commedia degli equivoci in 2 atti, opera di Marisa Tiboni, capace di animare il pubblico con un dialogo dalla sottile malizia, ma mai volgare, in grado di tratteggiare i personaggi principali con delicata ironia.

La storia è quella dell’avvocato Malipieri, giovane, aitante e affermato, e di sua moglie Luisa, sempre elegante e raffinata, come nella classica tradizione borghese. Una famiglia serena, quindi, almeno fino a quando la donna inizia a vivere il dramma di una patologia neurologica. All’improvviso, infatti, Luisa inizia a non riconoscere più il marito e vuole cacciarlo di casa, credendolo un intruso. Di fronte allo sconcerto di Malipieri, interviene un luminare della scienza, il professor Spinelli. Questi però, anziché tentare di risolvere il caso, rimane piacevolmente imbarazzato nel trovarsi in una situazione così particolare. Ne nasce un gioco a 3, in cui vengono coinvolti anche altri personaggi decisamente coloriti.

Una commedia sempre attuale, quindi, grazie all’ambigua situazione di coppia che costituisce da sempre un tema caro agli autori comici. Ma anche eticamente corretta, con il suo epilogo all’insegna della morale consolatoria del “chi la fa, l’aspetti”, e davvero piacevole per lo spettatore che ha l’occasione di staccare dagli affanni e dalle preoccupazioni quotidiane.