L’Occidente che muore tra denatalità e suicidi. Massimo Fini: “Individualismo tara principale della società”

Lo scrittore riflette su un articolo del collega Antonio Scurati. E critica Vittorio Feltri: “Non si può ridurre tutto alla materia e al Dio Quattrino”

Suicidi, denatalità, perdita di speranza. Un quadro a tinte fosche quello dell’Occidente. Un quadro di cui ha parlato recentemente anche il vincitore del Premio Strega Antonio Scurati su Il Corriere della Sera di martedì 15 ottobre, rivolgendosi di fatto alla sua generazione, quella che vai dai 40 ai 60 anni, la cosiddetta “generazione X”. Che, proprio a partire dall’articolo dello scrittore, dovrebbe interrogarsi su cosa sia andato storto.

Perché la situazione è realmente drammatica. Il testo di Scurati è stato successivamente ripreso da diversi commentatori. Tra questi il giornalista e scrittore Massimo Fini che dalle colonne de Il Fatto Quotidiano pone l’accento sulle ragioni non materiali ma soprattutto culturali e spirituali del problema. Edonismo e individualismo sopra tutte, come sostenuto anche dal collega del Corriere.

Nella sua analisi Fini ha poi avuto parole durissime per un altro giornalista, il direttore editoriale di Libero, Vittorio Feltri. “Vittorio Feltri – scrive infatti Fini – liquida la questione con la brutalità e la superficialità che gli sono da tempo consuete: ‘Ma chi se ne frega se la società invecchia e se gli asili sono meno affollati rispetto ai tempi andati. Dov’è il dramma?’. È vero che oggi i giovani, ma non solo loro, non sono più disposti a sacrificarsi per i figli e il loro futuro. Ma Feltri non sembra rendersi conto che questa abissale differenza di fertilità, in Italia e in Occidente rispetto alle popolazioni mediorientali e africane, condurrà fatalmente a un’invasione e alla perdita di quell’identità, italiana, europea, occidentale, per la difesa della quale lo stesso Feltri, e ovviamente non solo lui, si è in altri momenti schierato. Non si può ridurre tutto alla materia e al Dio Quattrino dal quale Feltri sembra ossessionato. Scurati ha ragione quando, come il Papa (si veda il suo libro Nostra Madre Terra), vede nell’individualismo una delle tare principali, se non addirittura la principale, della nostra società”.

Tara che, secondo Fini, affonda le proprie radici nei secoli. “L’individualismo – spiega ancora Fini – nasce dall’Illuminismo che nel giro di un paio di secoli ha finito per distruggere il senso della comunità e, al suo interno, la famiglia che da che mondo è mondo è il nucleo centrale e primigenio di ogni società. È una perdita affettiva decisiva che ha portato, fra le altre cose, grandi difficoltà nel rapporto fra i sessi (…) e ha un’altrettale aumento dei suicidi dei giovani nel mondo occidentale e nei Paesi che hanno adottato il suo modello. Il suicidio, nel mondo, è la seconda causa di morte tra giovani e giovanissimi (età 15-29 anni). Mentre, fenomeno nuovo, assistiamo anche al suicidio dei vecchi, quasi sempre abbandonati a sé stessi. In Cina, da quando in quel Paese è iniziato il boom economico, il suicidio è la prima causa di morte fra i giovani e la terza fra gli adulti. Il Giappone ha il poco invidiabile record mondiale. In quel Paese si sono dovute transennare non solo le stazioni ma molti chilometri di ferrovia perché il modo più facile per togliersi la vita è gettarsi sotto un treno. Anna Karenina non è più quindi solo un fatto letterario partorito dalla fantasia di Tolstoj ma un fenomeno sociale”.

Un fenomeno sociale, sì. Che non si può più sottovalutare.