Lombardia, al posto dell’Isee un “Fattore famiglia” per un calcolo del reddito più equo

consiglio_regione_lombardia-2Un “Fattore famiglia lombardo” al posto dell’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente, ancora in attesa di essere riformato. È questa l’idea del Nuovo Centrodestra della Lombardia che martedì 3 febbraio ha depositato una proposta di legge in Consiglio regionale. Si tratta di un nuovo indicatore della situazione reddituale della famiglia che sia in grado di “fotografare” la situazione economica reale dei nuclei: secondo l’idea del Ncd, si dovrà tenere conto del numero di componenti della famiglia e dell’eventuale presenza di anziani, portatori di handicap, nascituri e minori in affido. La proposta di legge prevede anche l’istituzione entro 3 mesi di un Osservatorio, composto da 5 rappresentanti di associazioni familiari, per l’attuazione del Fattore famiglia, con l’obiettivo di monitorare la sua applicazione e di proporre altre misure per le politiche attive.

Sul senso di questa proposta, il capogruppo Ncd in Lombardia, Luca Del Gobbo, ha spiegato che con l’istituzione del fattore famiglia “si farà una politica attiva a favore della  famiglia, come richiesto da Papa Francesco. Abbiamo voluto lanciare una provocazione dalla Lombardia anche all’Italia intera perché ci piacerebbe che il Fattore famiglia prendesse il posto dell’Isee anche a livello nazionale. Per sostenere la famiglia – ha aggiunto – è necessario iniziare a riconoscere il ruolo sociale che svolge, anche attraverso l’introduzione di uno strumento di reale equità che permetta un calcolo oggettivo del reddito”.

Ricorda ancora Del Gobbo che una misura simile “era stata proposta come sperimentazione dalla precedente giunta Formigoni ed era stata approvata in alcuni Comuni, ma aveva un ambito di azione più ristretto, limitandosi solo ai servizi sociosanitari. Ora vorremmo estenderlo a tutti quei settori di competenza della Regione”. Il Fattore familiare, infatti, consentirebbe di ottenere compartecipazioni alla spesa da parte della Regione, oltre che per le prestazioni sociosanitarie, anche per i servizi socio-assistenziali, scolastici e universitari, le erogazioni di fondi per il sostegno al reddito, l’accesso all’abitazione principale e il trasporto pubblico locale.

Con esso, spiega il coordinatore lombardo di Ncd, Alessandro Colucci, “si vuole dare risposta concreta al principio e alla salvaguardia delle famiglie. Si inserisce nelle politiche che da anni la Regione Lombardia porta avanti in modo pionieristico. Ncd nella nostra regione sta operando su 2 pilastri fondamentali, la famiglia e la tutela delle imprese”.

Secondo il consigliere regionale Ncd Carlo Malvezzi, la proposta di legge “deve essere considerata uno stimolo a quel salto culturale che può permettere di vedere la famiglia come una risorsa.

 

Fonti: Avvenire, Tempi