Los Angeles. La giusta accoglienza di Ai.Bi a un passo dall’Oscar con “Fuocoammare” di Rosi

FUOCOAMMAREA un passo dagli Oscar. A un passo dallo stringere tra le mani quella statuetta ambita da registi e attori di tutto il mondo. Ma lui,  Gianfranco Rosi, si ritiene (giustamente) ampiamente soddisfatto dall’essere arrivato con il suo “Fuocoammare” alla cerimonia più importante del cinema. “Se perdo domenica non parlate di delusione – aveva dichiarato qualche giorno prima di arrivare a Los Angeles – non lo sarà. Tutto questo è già un successo“.

Gianfranco Rosi in effetti l’impresa l’ha compiuta portando Lampedusa e il grido di dolore dei migranti nel maxischermo internazionale. “Felicissimo di questo meraviglioso viaggio durato un anno incredibile. Il film documentario ha finalmente assunto un valore universale” ha detto Rosi alla fine della cerimonia.

Un traguardo che festeggia anche Ai.Bi considerato che anche Amici dei Bambini nel suo ha preso parte alla realizzazione di questo capolavoro. Nella parte finale del film, infatti, è inquadrata una donna, una giovane migrante seduta nel barcone sfinita dal lungo viaggio e abbandonata in un lungo abbraccio ad un’altra donna in lacrime. Si tratta di Marie (nome di fantasia ndr), con una storia orribile di sofferenza e violenze alle spalle e che ad oggi si trova in una delle strutture di accoglienza di Ai.Bi in Italia.

Marie quando aveva solo 14 anni venne data in sposa a un 50enne, da cui ebbe 3 figli. Poi l’uomo morì e, come voleva la cultura di riferimento dell’uomo, Marie fu costretta a sposare il fratello di lui. Il quale aveva già 4 mogli e ben presto, si rivelò un orco. Una condizione disumana dalla quale Marie riesce a scappare: prima in Ciad, poi in Libia, nell’attesa di imbarcarsi per l’Europa. Fino alle coste siciliane dove “incontra” la telecamera di Rosi.

Non a caso proprio l’esperienza di accoglienza giusta di Ai.Bi. è stata la chiave di lettura di “Fuocoammare” nel convegno “Noi e i migranti” che si è svolta il 28 dicembre a Vico Equense, in provincia di Napoli, dall’Associazione V.I.C.O., in collaborazione con la locale amministrazione comunale. Presente per Amici dei Bambini, Marzia Masiello, referente per le relazioni istituzionali di Ai.Bi., che con Giovanni Cioffi, rappresentante della Commissione Europea, è stata tra le paladine e promotrici della giusta accoglienza dei migranti.

Nel mare di Lampedusa, infatti, continuano a morire migliaia di persone che decidono di affrontare il mare, guidate dal sogno di una vita migliore. Eventi che portano le due facce dell’isola a incontrarsi. Da un lato, la quotidianità scandita dal lavoro della pesca, dalla vita in famiglia, dalle esperienze dei bambini. Dall’altro quello dei migranti, delle migliaia di uomini, donne e bambini in cerca di libertà, delle navi che individuano e assistono gli scafi su cui questi disperati viaggiano ammassati, dei militari e dei marinai anonimi che li soccorrono. E anche dei morti, chiusi all’interno di quei sacchi che siamo ormai tristemente abituati a vedere in tv o sui giornali. Anello di congiunzione tra queste due realtà è la figura di un medico locale, che spiega che cosa significhi accogliere e curare i migranti. O constatarne la morte.

Tutti temi cari anche ad Amici dei Bambini che, da oltre 3 anni, con la sua campagna Bambini in Alto Mare, si impegna a garantire un’accoglienza giusta ai più fragili tra i migranti.