#BAMBINIxLAPACE. Tra madri single e bisnonni: le vite complicate dei bambini di Volodarka (5)

Le famiglie che quotidianamente i cooperanti di Ai.Bi. incontrano e aiutano in Ucraina vivono in condizioni molto complicate, ognuna con la propria storia di difficoltà e dolore, ma anche speranza per il futuro. Continua il viaggio di Ai.Bi. per conoscere i bambini di Volodarka

Come più volte raccontato, una delle attività che sta via via crescendo sempre di più nel contesto del progetto #BAMBINIxLAPACE è quella delle visite quotidiane che lo staff di Ai.Bi. in Ucraina effettua per portare beni di prima necessità, aiuto e sostegno ai bambini ucraini e le famiglie della zona di Kiev e di Volodarka, il luogo in cui Amici dei Bambini aveva attivo prima della guerra il suo programma Adozione a Distanza, oggi modificato per venire incontro alle nuove esigenze sia della famiglie rimaste in zona, sia delle tante che sono sfollate lì dopo aver abbandonato le loro case in zone più pericolose del Paese.
Questa attività ci permette anche di conoscere da vicino le storie di chi, con il vostro contributo, aiutiamo, scoprendo un universo di difficoltà, di sogni infranti, ma anche di speranze per il futuro e di grande determinazione e forza di volontà.
Abbiamo già raccontato quattro “puntate” sulle storie dei bambini di Volodarka:
UNO, DUE, TRE e QUATTRO

Madri single, padri assenti e case condivise con nonni e bisnonni

Iniziamo questo “giro” tra i nostri bambini in Ucraina da Mykyta, un ragazzino di 13 anni che, come tantissimi nel Paese, vive lontano dai genitori. Il padre è a Kiev, ma da tempo non prende parte all’educazione del figlio e non aiuta economicamente. La mamma, che viveva con lui a Bila Zerkva, è partita da poco per la Germania in cerca di un lavoro che le permetta di guadagnare qualcosa. Mykyta, così, vive con la nonna materna.
Situazioni simili sono quelle di Sofia e di Maryna. Entrambe sono lontane dal padre (quello di Sofia, in particolare, vive e lavora all’estero e non ha quasi più alcun contatto con la famiglia), ma ancora insieme alla mamma. Sofia, la cui madre insegna ginnastica in una scuola sportiva, vive insieme al fratello maggiore; Maryna, invece, ha una sorella di un anno e vive con la mamma, docente nell’università di agraria di Bila Zerkva e la nonna.
Più complicata la situazione delle sorelle Anna e Angelina, di 11 e 9 anni. Del padre di Anna non si sa nulla, mentre quello di Angelina, che era ipovedente, è morto. La madre non lavora e attualmente vive con un altro uomo, anche lui disoccupato e incline a bere alcolici. I servizi per i minori monitorano attentamente la situazione, perché le condizioni in cui vivono i bambini sono molto difficili e la mamma non risponde alle sollecitazioni che le vengono fatte, vivono grazie alla pensione di reversibilità e agli aiuti umanitari che riceve Angelina. Lei e la sorella Anna non riescono nemmeno ad andare a scuola, perché non hanno internet e gli strumenti per l’apprendimento a distanza. I cooperanti di Ai.Bi. hanno portato loro cibo, supporto psicologico e tutte le informazioni sui centri di aiuto dei volontari a cui potersi rivolgere.

I problemi per riuscire ad andare a scuola

Molto complessa anche la situazione familiare di Katrusya, che sta venendo cresciuta dalla mamma Nadia da sola. La donna, infatti, non era sposata con il papà della ragazza e, dopo i primi tempi in cui hanno convissuto, lui se n’è andato senza dare ulteriori spiegazioni. Le due vivono con il papà di Nadia, che però, spesso, beve e, come la figlia, non ha un lavoro. In casa non c’è nemmeno un luogo adatto per cucinare, se non una stufa, ma anche la legna da ardere sta per terminare. Anche a questa famiglia è stato consegnato del cibo e tutte le informazioni sui centro dei volontari e il lavoro con gli psicologi.
Madri single sono anche quelle di Maria e Sofia, due ragazzine di 13 e 15 anni. La prima ha vissuto giorni terribili all’inizio della guerra fino a quando non è riuscita a trasferirsi con la famiglia, ai primi di marzo, nel villaggio di Matviyha, dove abita il bisnonno. Per diverso tempo Maria ha avuto paura di qualsiasi rumore e ancora oggi, quando sente passare un aereo vicino, trema! Il nonno ha partecipato alla dismissione della centrale nucleare di Chernobyl e già in passato la famiglia si era trasferita da Chernobyl al distretto di Makarivskyi.
Anche Sofia vive a casa della bisnonna, ma la mamma ha un lavoro come guardiana dell’istituto di Volodarka, La ragazza riesce a studiare nella stessa scuola, dove si dimostra una studentessa eccellente e una partecipante entusiasta alle varie feste e attività che vengono organizzate.

Sostieni anche tu la campagna di Ai.Bi. BAMBINIXLAPACE

Queste sono solo alcune delle tante storie che quotidianamente i nostri operatori intercettano e affrontano, cercando il modo migliore per aiutare ciascuno. In questo contesto è più che mai prezioso l’aiuto che ognuno può dare aderendo al progetto di adozione a distanza dei bambini e le famiglie ucraini, che permette di dare continuità agli interventi che Ai.Bi. compie nel contesto dell’iniziativa #BAMBINIXLAPACE. Clicca QUI per dare il tuo contributo.
Ai.Bi. ha anche deciso di devolvere al progetto #BAMBINIxLAPACE tutte le donazioni raccolte durante il periodo natalizio, a partire dal grande evento “Il Bello che Fa Bene”, che torna in presenza dal 16 al 20 dicembre, a Milano, in via Tortona, 30, con un Temporary Shop e una mostra fotografica proprio sui progetti di Ai.Bi. in Ucraina, Moldova e Italia.
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