Mancuso (ex presidente Arcigay) contro l’utero in affitto: “Meccanismo contrario ai diritti del bambino”

“Battaglie civili dei gay riguardano sempre diritti delle persone adulte. Qua si trascurano i diritti dei bambini”

Il diritto ad avere un figlio? Non esiste. Ad affermarlo è l’ex presidente dell’Arcigay, Aurelio Mancuso, che prende posizione contro la pratica dell’utero in affitto, sostenuta invece da diverse voci del movimento LGBT. “La questione – ha detto in un’intervista ad Avvenireè che il desiderio di avere dei figli diventa un diritto che nessuna costituzione al mondo prevede, e ad esso si subordina il diritto del bambino ad avere accanto figure genitoriali certe. Attenzione, non sto dicendo che chi esprime il desiderio di crescere e accudire un bambino sia un criminale. La stragrande maggioranza delle coppie e delle persone è mossa da sentimenti sinceri. Ma si situano in un meccanismo contrario ai diritti del bambino”.

Mancuso contro l’utero in affitto: rivolgersi alle Nazioni Unite

L’appello, dunque, è rivolto direttamente alle Nazioni Unite. “Se vogliamo che si discuta seriamente – ha affermato ancora Mancuso – degli effetti morali e sociali della maternità surrogata, ci si deve rivolgere all’unico organismo che ha il potere di dichiararla un crimine contro l’umanità. Ci vorrà tempo ma non ho dubbi che sia la strada giusta”.

Il timore, infatti, è che “il mercato clandestino sia più forte delle leggi nazionali: il divieto alla GPA esiste già, ma in Italia arrivano tanti bambini da maternità surrogata nel mondo“. “Molti gay – ha poi detto a proposito delle polemiche interne al mondo LGBT – non capiscono che la maternità surrogata non può far parte del comune denominatore delle nostre battaglie civili, che riguardano sempre diritti delle persone adulte. Qua invece si trascurano i diritti dei bambini e non ci si interroga sulla libertà e sul corpo della donna”.