Marco Griffini a Libero: “In Italia alcune centinaia di bambini adottabili sono sepolti nel limbo misterioso della banca dati”

L’assurdità: “Si parla di sostegno alle famiglie, di denatalità preoccupante ma poi sui fa spending review sui bimbi abbandonati”

“Non esiste un registro dei bambini italiani che aspettano una famiglia, bimbi dimenticati nelle comunità”. Così il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini, ha illustrato il dramma dei minori dichiarati adottabili in Italia nel corso di un’intervista con la giornalista Tiziana Lapelosa di Libero. In totale, in tutta Italia, sono 300 i bambini che vivono in questo “limbo”.

Un “limbo”, il loro, dal quale non riescono a uscire, come invece è stato il caso per il piccolo Giovannino, il bimbo affetto da Ittiosi Arlecchino abbandonato in ospedale a Torino, per il quale si è scatenata una gara di solidarietà in tutto il Paese.

Eppure, spiega l’articolo di Libero, per quanto riguarda i bimbi adottabili, “ufficialmente esiste una legge (la 149 del 2001) che ne prevede un elenco, nella realtà non esiste. O meglio, i 49 enti che in Italia sono autorizzati a seguire le coppie nelle adozioni internazionali (nei cui elenchi ci sono migliaia di bambini) non ne sono a conoscenza”.

Ma come – si chiede Marco Griffini, la cui organizzazione ha realizzato 3.600 adozioni in 36 anni di attività – in Italia ci sono 3mila coppie in lista d’attesa per un’adozione e magari qualcuno di questi bambini potrebbe trovare una famiglia. Se ci fosse la possibilità di accedere alla lista da parte degli enti, l’elenco dimagrirebbe”.

Invece nulla. Dal Dipartimento Giustizia Minorile del ministero competente, quello di Grazia e Giustizia, il “nulla”. E le adozioni continuano a essere la “cenerentola” della politica italiana. Con la ciliegina sulla torta del taglio di due milioni di euro in finanziaria.

“E – ricorda l’articolo – giusto per innervosirsi un po’ di più, basti pensare che i 29 Tribunali dei Minori in Italia hanno impiegato sedici anni (16, proprio così) per mettersi in rete e dialogare tra di loro”.

Eppure le famiglie italiane hanno “fame” di adozioni, come spiega anche Griffini. “Ogni volta che un bimbo viene messo in evidenza si scatena la solidarietà, segno della nostra generosità che è unica”. L’Italia è infatti il Paese che ha firmato più accordi bilaterali di tutti per le adozioni internazionali e dove, peraltro, le coppie sposate senza figli sono moltissime, erano 5,4 milioni nel 2011.

Ma, prosegue Griffini: Si parla di sostegno alle famiglie, di denatalità preoccupante ma poi sui fa spending review sui bimbi abbandonati”. Un controsenso. Il presidente di Ai.Bi. ce l’ha anche con l’UNICEF: “Non ha fatto mai niente. Preferiscono lasciare i bambini dove sono. Non è mai stato redatto un rapporto sullo stato d’abbandono dei bambini nel mondo. Sappiamo tutto degli animali in via d’estinzione, ma nulla dei bambini. Forse c’è un discorso culturale, è meglio lasciarli nel loro paese, magari per strada, che non in una famiglia europea… In Congo ce ne sono otto milioni, però si dà spazio all’utero in affitto”.

E, nel frattempo, i bimbi abbandonati restano nel loro “limbo”. Purtroppo anche in Italia.