Maria Rita Parsi: «I figli adottati hanno bisogno di più amore e… di Ai.Bi.»

Maria Rita Parsi,   psicologa e psicoterapeuta
Maria Rita Parsi, psicologa e psicoterapeuta

L’accompagnamento che Ai.Bi. offre ai genitori adottivi, prima e dopo l’arrivo dei figli, è un modello di buone prassi. Un «riferimento imprescindibile nel campo dell’ adozione è l’Ai.Bi., l’Associazione Amici dei Bambini, che dal 1986 si prodiga a favore dei bambini abbandonati, per dare loro una famiglia e garantire il diritto di essere figli», lo scrive la nota psicologa e psicoterapeuta Maria Rita Parsi. In un articolo pubblicato su Tv sorrisi e canzoni di novembre 2013, l’esperta sottolinea la necessità per i genitori adottivi di avere un aiuto costante da parte di esperti, perché la vita con un bambino adottato richiede impegno.

La gioia di accogliere un bambino è grande. Ma occorre fare i conti con la storia dolorosa che i bambini hanno alle spalle. E’ esperienza comune a tanti genitori.

Come Franco e Laura, i quali pur avendo due figli biologici, hanno deciso di adottare un bimbo per «dargli la speranza di una vita migliore». Non hanno dovuto aspettare nemmeno tanto. Sono bastati sei mesi, per ingrandire la famiglia. Dopo aver presentato la dichiarazione di disponibilità al tribunale dei minorenni, il loro terzo figlio è arrivato a casa. V. , otto anni, mette da subito a dura prova i genitori. E’ aggressivo nei confronti di se stesso, dei fratelli, dei compagni di scuola e di ogni adulto con cui si rapporta.

Franco e Laura capiscono che non possono farcela da soli. E chiedono aiuto psicologico. Genitori meno motivati avrebbero magari gettato la spugna e dall’esterno la storia del piccolo V. sarebbe stata etichettata come un altro ‘fallimento adottivo’.

Ma perché un bambino che finalmente trova una famiglia che lo ama e una casa in cui sentirsi al sicuro, reagisce così male? La psicologa spiega: «Le motivazioni degli scatti d’ira e di aggressività vanno ricercate alle radici della storia personale» dei bambini.

E’ la ‘sindrome’ dei bambini abbandonati. e poi adottati. Chi può garantire loro che non saranno nuovamente abbandonati? Per questo hanno bisogno di continue conferme. Mettono alla prova  l’affetto di mamma e papà, per esser certi, che nonostante i loro comportamenti aggressivi, l’abbandono uscirà per sempre dalla loro vita.

Di questi meccanismi tutti i genitori adottivi devono essere consapevoli. Ma soprattutto papà e mamma non dovrebbero vivere le manifestazioni aggressive come opposizioni  e rifiuti  nei loro confronti, ma come sintomi di un dolore che nonostante sia ormai alle spalle, non smette di far male. Ci sono alcuni errori che i genitori possono evitare: mai passare ai piccoli il messaggio che l’ amore è ancorato al loro comportamento. Agli adulti, la psicologa ricorda anche che in amore l’orologio non va usato. Bisogna dare ai bambini il tempo di cui hanno bisogno per adattarsi, affrontare, superare e metabolizzare la ferita dell’abbandono.