Mascherine FFP2 come usarle correttamente e…risparmiare…

Un piccolo aiuto alla spesa familiare viene dalla possibilità di scaricare dalla dichiarazione IRPEF la spesa sostenuta per il loro acquisto, pari al 19% delle spese sanitarie eccedenti i 129,1 euro

Le mascherine FFP2 ormai sono divenute compagne “fidate” della nostra quotidianità: dalla scuola al lavoro, dai mezzi pubblici ai momenti di svago, quando decidiamo di fare una passeggiata o andiamo ad uno spettacolo, indossarla sia per gli adulti che per i giovanissimi è divenuto fondamentale per tutelare la nostra salute e quella degli altri.

Ma come si indossano correttamente?

Il quotidiano il Giorno, in un articolo ci ricorda alcune regole che il prof. Fabrizio Pregliasco suggerisce e che dobbiamo osservare per usarle correttamente e mantenere la loro elevata capacità filtrante.

Un prerequisito importante è assicurarsi che le mascherine FFP2 siano in regola: le informazioni a cui fare attenzione sono il codice di quattro lettere che si abbina al marchio CE e il certificato che accompagna il dispositivo di protezione. Tutti gli enti certificatori compaiono sul database NANDO della Commissione Europea. In questa lista possiamo controllare se il numero che accompagna il marchio CE, corrisponda ad un laboratorio autorizzato.

Superata questa verifica preliminare torniamo a seguire le indicazioni del prof. Pregliasco. La prima regola da tenere presente è limitare la durata di vita della mascherina a 6-8 ore di utilizzo. Non è possibile ricorrere a sanificazioni delle stesse fai da te per aumentarne la durata. Non sono infatti dispositivi riutilizzabili.

In secondo luogo, bisogna porre attenzione a come le mascherine vengano indossate: devono aderire completamente al viso. Quando si tolgono vanno tenute per gli elastici per evitare eventuali contaminazioni dall’esterno. Se vengono toccate, occorre lavarsi le mani o disinfettarle immediatamente. Mai riporre le mascherine in tasca o appoggiarle sul tavolo, meglio inserirle in una bustina sterile e lavarsi le mani.

Mascherina ma quanto mi costi?

Le associazioni delle farmacie e il commissario Figliuolo hanno raggiunto un accordo per permettere la vendita delle mascherine, al prezzo calmierato di 0,75 euro ciascuna. Sono esentati all’uso della stessa solo i bambini sotto i 6 anni di età, chi per motivi di assistenza o a causa della presenza di patologie non possa indossarla o mentre si effettua attività sportiva.

IL SECOLO XIX evidenzia come le mascherine FFP2 per uso pediatrico, siano praticamente introvabili e che i prezzi delle taglie small adattate non siano calmierati. Questo comporta che la spesa “in mascherine” per una famiglia con figli divenga “importante”: basta moltiplicare il costo delle mascherine per i giorni di utilizzo, visto che andrebbero gettate ogni otto ore, per rendersene conto.

Mascherine: è possibile scaricare dalla dichiarazione IRPEF una parte del costo!

Un piccolo aiuto alle famiglie viene dalla possibilità di scaricare dalla dichiarazione IRPEF una parte della spesa sostenuta per l’acquisto delle mascherine ma, come riporta Assolombarda.it., la detrazione è possibile solo qualora siano inquadrabili come dispositivi medici.

Attenzione, non sono ritenuti validi per la detrazione fiscale i soli scontrini, (o fatture) che riportino semplicemente l’indicazione del prodotto quale dispositivo medico. È infatti indispensabile che siano presenti sia la descrizione del prodotto acquistato sia chi ha sostenuto la spesa. Sarà quindi necessario trasmettere oltre allo scontrino, gli estremi della tessera sanitaria.

Nel caso delle mascherine, in particolare, lo scontrino fiscale (o la fattura) deve riportare il codice AD. Sarà in questo modo possibile scaricare il 19% delle spese sanitarie eccedenti i 129,1 euro tra le quali rientrano anche quelle sostenute per l’acquisto di dispositivi medici.

Se nello scontrino non è presente il codice AD, cosa fare?

Ce lo suggerisce Il Giorno, è sufficiente conservare la documentazione, dalla quale risulti che il prodotto abbia la marcatura CE, evidenziabile se presente nell’elenco allegato alla circolare n 20/2011. Per i prodotti non presenti nell’elenco, per la detraibilità è necessario che il dispositivo riporti oltre alla marcatura CE anche la conformità alle direttive europee 93/42/CEE, 90/385/CEE e 98/79/CEE. Consultando la banca dei dispositivi medici, sul sito del Ministero della Salute, è possibile verificare se i dispositivi, rientrino nell’elenco.