Il nostro matrimonio non poteva iniziare in modo migliore: Lieta e Luca raccontano come  hanno investito i loro regali di nozze

Una coppia si sposa e vuole dare valore al proprio matrimonio. Non con doni ma con donazioni. E’ la storia di Lieta e Luca Davide

Per il giorno più bello, Lieta e Luca hanno organizzato una raccolta fondi di successo – quasi 4mila euro – a favore del progetto Family House di Amici dei Bambini e AIBC.

Un traguardo non da poco per una coppia che è stata in grado di coinvolgere amici, colleghi e conoscenti su un’iniziativa a favore di bambini in grave difficoltà familiare.

AiBiNews li ha incontrati perché raccontassero qualcosa di più della loro esperienza.

Come avete conosciuto AiBi e il suo progetto Family House?

Abbiamo conosciuto l’associazione grazie ad un’esperienza di volontariato cui ha partecipato Lieta presso la Casa Famiglia la “Tenda di Giobbe”, promossa da Banco BPM per cui lavora. Non avevamo mai sentito parlare e conosciuto il progetto Family House prima che ci fosse illustrato da Ai.Bi.

Cosa vi ha colpito in particolare?

Dell’associazione ci hanno colpito in particolare gli ideali, l’entusiasmo con cui promuove le iniziative nella quotidianità, la serietà e la preparazione delle persone con le quali abbiamo avuto modo di parlare e approfondire la conoscenza del progetto. Della Family House ci ha colpito senz’altro l’idea e quello che rappresenta, la sua articolazione in diverse iniziative – dalla culla termica agli alloggi in totale autonomia – e l’umanità che ci sembrava trasmettere anche solo leggendone la presentazione.

Vi siete quindi messi in gioco e avete pensato di raccogliere fondi per questo progetto. Potete raccontare come è andata?

(Lieta) L’idea di fare la raccolta fondi per la Family House è nata da Luca Davide, subito dopo la nostra decisione di sposarci. Appena usciti dalla nostra chiesetta, dove avevamo scambiato due parole con il parroco per fissare la data del grande evento, Luca mi avanza la sua proposta.”Lieta, sarebbe bello riuscire a raccogliere dai nostri amici dei soldi da donare”. Sapevamo che i parenti probabilmente avrebbero partecipato con regali tradizionali, ma eravamo certi che una raccolta fondi avrebbe fatto al caso nostro per la cena con gli amici. Da qui è partito tutto e la parte più difficile è stata proprio trovare un’associazione che potesse essere all’altezza del nostro progetto.

Cosa cercavate in particolare?

(Luca Davide) Requisito per noi imprescindibile per una prima scrematura delle organizzazione era la serietà in termini di riconoscimenti ufficiali e la possibilità di avere traccia del denaro raccolto sia durante la raccolta che a posteriori. Non avendo conoscenze in questo settore, abbiamo iniziato a guardare su internet, a chiedere informazioni ma niente ci convinceva fino in fondo: vuoi per l’impostazione di alcune organizzazioni nel presentarsi con un’impostazione troppo “marketing”, vuoi per l’area di intervento mirata esclusivamente all’estero e noi volevamo sostenere un intervento in Italia. A quel punto Lieta si è ricordata – come non averci pensato prima?! – della sua bellissima esperienza di volontariato alla Tenda di Giobbe presso una “Casa famiglia”. E a quel punto tutto è filato liscio: fin dal primo contatto abbiamo capito che era Ai.Bi. l’associazione che cercavamo! I nostri amici sono stati generosissimi e sinceramente la loro partecipazione calorosa ci ha stupiti e commossi: abbiamo raccolto ben 3.780 euro, con versamenti a persona non inferiori ai 100 euro. Tutto è stato donato al progetto.

Avete conosciuto meglio le persone che lavorano per AiBi?

Abbiamo parlato a lungo con i coordinatori del progetto, abbiamo incontrato il personale volontario ed anche il presidente dell’associazione. Il momento più emozionante però è stata la visita presso le famiglie ospiti ed i nuclei composti dai bambini ed educatori a loro sostegno.

Come è trascorsa la giornata?

A dire il vero…qualche bambino ci ha snobbato alla grande!… altri invece un po’ meno, qualcuno ha sorriso e chiesto di disegnare e giocare con lui. Abbiamo avuto il piacere di conoscere una splendida bambina nigeriana che, con la sua mamma, ha appena completato con successo un cammino di recupero durato quasi due anni. Ora sono pronte a vivere in totale autonomia, al di fuori delle mura amiche della Family House. E’ stata una giornata intensa e molto appagante, ricca di emozioni forti.

Proseguirete con il vostro sostegno ai servizi d’accoglienza?

Certo! Sostenere questo progetto è diventata una delle nostre passioni, abbiamo anche pensato di coinvolgere alcuni nostri amici che sono rimasti colpiti dalla nostra iniziativa. Le soluzioni per sostenere la Family House di Ai.Bi. posso essere diverse e non necessariamente tramite un bonifico… meglio non aggiungere altro, altrimenti sveliamo troppo cose adesso…!