Mediterraneo. Oltre 300 vittime, molti i bambini: il Consiglio d’Europa boccia Triton

migrantiLampedusa (Maria Veronica Policardi) –  Sale ancora il bilancio delle vittime dell’ultima tragedia del mare avvenuta davanti alle coste libiche. Mentre l’11 febbraio di mattina a Lampedusa era iniziato il lungo e silenzioso corteo dei carri funebri, arrivati dalla lontana Sicilia per trasferire le 29 bare dei migranti morti dal freddo, giunge notizia che le vittime sarebbero più di 300. Nel cuore dei lampedusani che devono assistere a degli spettacoli strazianti come quello di oggi, il 3 ottobre 2013 sembrava una data lontana, solo da ricordare. Invece, nell’accogliente mar Mediterraneo, continuano i naufragi, questo ancora più assurdo. A raccontarlo 9 migranti soccorsi durante la mattinata da una nave mercantile e giunti al molo Favarolo di Lampedusa con una motovedetta della Guardia Costiera. I sopravvissuti raccontano ai mediatori tutti i passaggi di un viaggio ancora inconcepibile. Partiti sabato scorso dalla Libia, dove per giorni erano stati rinchiusi in un magazzino di Tripoli, minacciati dalle milizie con la convinzione di doversi trasferire su un’altra spiaggia in attesa della vera traversata, in più di 400 sono stati costretti a salire su quattro gommoni, ognuno con un centinaio di persone a bordo. Considerate le condizioni proibitive del mare, due gommoni hanno iniziato a sgonfiarsi e imbarcare acqua, uno è andato in avaria e il quarto, affondato, ancora non è stato avvistato. I migranti erano tutti uomini, di origine subsahariana, Senegal, Niger, Costa D’Avorio, molti giovani e anche qualche bambino. Stando alle loro dichiarazioni, mentre il primo gommone con 29 morti per ipotermia è stato soccorso dalla Guardia Costiera di Lampedusa che sfidando il mare ha portato in salvo 75 persone, del gommone affondato sono morti tutti e degli altri due sono solo loro i 9 superstiti, di cui un minore. In attesa di valutare il loro racconto si sta procedendo con la ricerca, senza speranza, dei dispersi e nel frattempo le 29 salme sono state trasferite con il traghetto di linea e da Lampedusa raggiungeranno ognuna dei comuni dell’agrigentino che hanno dato disponibilità di sepoltura. A piangerli ci sarà forse, qualche sconosciuto, perché di loro solo uno è stato identificato. Intanto rimangono solo le polemiche che riguardano la nuova operazione, Triton, che dovrebbe fronteggiare questa emergenza e che adesso il Consiglio d’Europa ritiene non adeguata e si rimpiange inoltre la vecchia, Mare Nostrum, che si spingeva più avanti e garantiva più efficienza. Mentre Lampedusa, come sempre, è ricordata solo in queste circostanze e quindi associata a queste tragedie che deve subire nonostante faccia più di quanto debba e possa fare, tutto il resto discute che anche questo naufragio si poteva evitare, che anche questi morti potevano essere risparmiati. Consapevoli del fatto che l’immigrazione resta un problema europeo e non solo italiano, la soluzione sembra essere sempre dietro l’angolo: non limitarsi ai soccorsi ma intervenire nei territori di partenza, aprendo dei canali sicuri e soprattutto legali che consentano a tutti di attraversare il mare senza doverci morire dentro.