Messina. Inaugurata Casa Mosè: così si torna a vivere dopo la tremenda odissea in mare

casa mosè«Big Family! » hanno esclamato  al loro arrivo . Grande famiglia. D ‘ altra parte, per i 16 ragazzi ospiti di Casa Mosè, il centro di pronta accoglienza dell ‘ Ai.Bi. (Amici dei Bambini) per minori stranieri non accompagnati vuole essere questo : un luogo dove si respira un’ atmosfera familiare, dove poter tornare a sorridere alla vita dopo aver vissuto l ‘ orrore di un viaggio infernale. Hanno dai 14 ai 17 anni, provengono dal Mali , dal Gambia e dalla Nigeria e sono giunti in città il 20 luglio . Ad attenderli, appunto, una struttura tutta per loro, allestita nell’ istituto delle  suore Figlie di Maria Immacolata di Camaro a Messina e concessa ad Ai.Bi. in comodato d ‘ uso per cinque anni. L’ inaugurazione di Casa Mosè, operativa grazie al protocollo d ‘ intesa stipulato con il Comune, si è svolta sabato 2 agosto: una grande festa con musica (a cura del dj Muhammed Fadel Canteh), rinfresco a base di granite e cous cous, e distribuzione di regali. Non sono poi mancati i momenti di grande commozione, come la preghiera interreligiosa per ricordare quanti non ce l’ hanno fatta durante la traversata. All’ evento hanno preso parte la referente Ai.Bi. Sicilia, Dinah Caminiti, suor Angela Fazio, superiora dell ‘ Istituto Santa Brigida, l’ assessore comunale alle Politiche sociali, Nino Mantineo, il presidente della III Circoscrizione, Natale Cucè, il consigliere Santi Interdonato, il presidente della comunità islamica di Messina, Mohammed Refaat , padre Nino Caminiti, parroco della chiesa di Camaro San Luigi, don Terenzio Pastore, padre Bruno Hounkonnou e la presidente del comitato provinciale dell’ Unicef, Angela Rizzo Faranda. «La sinergia – ha detto Nino Mantineo – tra istituzioni, enti religiosi e associazioni di volontariato dà ottimi risultati. Questo centro ne è la prova». Casa Mosè è un’ ampia struttura distribuita su due piani, con camere da letto, sala playstation e aula per i corsi di lingua italiana. E con un bel cortile che, ha spiegato Caminiti , «per questi ragazzi rappresenta la vita, dopo la traversata dentro la stiva di una nave. Diamo loro il cuore, ma la vera ricchezza è quella che riceviamo noi a questi giovani ». I minori potranno restare nella struttura per un massimo di 90 giorni. «L’ auspicio – ha detto Cucè – è che adesso si possa creare una piena integrazione con gli abitanti del quartiere».