Brasile: 15 anni, incinta, sbattuta fuori casa… che sarà di mia figlia?

estetista 200Mi chiamo Luciedi, ho 17 anni e voglio raccontare la mia storia. La mia vita può essere divisa in due tempi: prima e adesso.

E’ una storia che è stata molto triste per un lungo periodo. Mio padre non l’ho mai conosciuto. Vivevo con mia madre e mio fratello. Ma non avevo un bel rapporto con nessuno dei due. La mia adolescenza è stata segnata da conflitti e litigi familiari costanti. Quando avevo 15 anni sono rimasta incinta, mia madre allora per la vergogna mi ha cacciato di casa, ma ha tenuto con sé mia figlia, senza permettermi di avere alcun contatto con lei. Ho sofferto molto e ho pianto non so io nemmeno quanto, perché non potevo vedere la mia bambina.

Sono stata costretta a vivere a casa di persone con le quali non avevo nessun legame, solo perché vivevano in altre città o in altri stati, con l’obiettivo di tenermi distante da mia figlia. Io però scappavo e tornavo sempre dalla mia bambina. Magari chiedevo ospitalità a vicini di casa e persone che si fidavano di me.

Con l’aiuto di queste persone, dopo molto dialogo, mia madre si è convinta a lasciarmi rientrare a casa, o meglio, sono andata ad abitare con una zia che ha molti problemi di salute. E’ stato l’inizio della mia nuova vita. quella di adesso. Perché ho conosciuto le operatrici di Amici dei Bambini e con il loro aiuto  sono tornata a studiare. Sto frequentando la terza media ma nel frattempo, grazie all’aiuto dell’associazione, ho trovato il mio primo lavoro in un salone di manicure. Dopo il diploma, mi piacerebbe frequentare un corso per perfezionarmi in questa professione. Mi piace molto prendermi cura delle persone e aiutarle a sentirsi più belle.

Se questo è stato possibile, lo devo alle persone che mi hanno accolto e hanno creduto in me, e lo devo anche a tanti sostenitori che nemmeno mi conoscono ma che  mi aiutano. Grazie a tutti voi. Ai.Bi. fa molto per me e per tante persone che abitano nel mio quartiere. Molti ci giudicano come dei banditi solo perche abitiamo qua, mentre voi credete in noi. Grazie!”

Luciedi 

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