Migranti. Anche il Comune di Milano apre all’accoglienza “fatta in casa”: avviata la ricerca di famiglie disponibili

famiglia vinciDare una casa, seppur provvisoria, ai rifugiati, tutelare i loro diritti e avviarli verso un vero percorso di integrazione. Con questi obiettivi il Comune di Milano ha avviato la ricerca di famiglie disponibili a ospitare richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale. Il relativo bando è stato pubblicato il 30 dicembre 2015 e le famiglie interessate avranno tempo per presentare la propria candidatura fino a venerdì 15 gennaio 2016. L’obiettivo di Palazzo Marino è quello di creare un elenco di nuclei familiari milanesi disponibili ad accogliere un rifugiato per un periodo di 6 mesi nell’ambito dello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Un’iniziativa che sembra ricalcare quella già promossa da altri Comuni italiani e avviata, a fine 2013, anche da Amici dei Bambini con la sua campagna Bambini in Alto Mare: da allora più di 2mila famiglie di tutto il Paese hanno offerto la propria disponibilità ad accogliere in casa loro un minore straniero non accompagnato.

Se la campagna di Ai.Bi. è specificamente dedicata ai bambini e alle donne sole con figli, il progetto del Comune di Milano si rivolge invece ai rifugiati adulti.

Il bando pubblicato dall’amministrazione meneghina richiede che le famiglie interessate siano residenti sul territorio comunale di Milano e disponibili a partecipare a un percorso di formazione della durata di circa 2 giornate. La prima sarà incentrata sulla condizione dei beneficiari di protezione internazionale, mentre la seconda sarà dedicata agli aspetti antropologici, educativi, culturali e relazionali. A seguito della due giorni formativa, le famiglie potranno sostenere un colloquio con lo psicologo e ricevere una visita domiciliare. Nel primo caso si confronteranno motivazioni, aspettative, disponibilità e idoneità della famiglia rispetto alla realtà dei rifugiati che eventualmente beneficerebbero dell’accoglienza. Con la visita domiciliare, invece, si verificherà, tra le altre cose, l’adeguatezza dell’alloggio all’uso abitativo. A questo scopo, il Comune di Milano chiede la disponibilità di una camera da letto dedicata in maniera esclusiva all’ospite, di servizi igienico-sanitari idonei e di un arredo sufficiente a contenere abiti e beni di uso personale.

L’accoglienza domiciliare dei rifugiati, oltre a dare un tetto a chi cerca sicurezza nel nostro Paese, permette anche di sperimentare forme innovative di inclusione sociale e di rafforzare le reti territoriali di accoglienza capaci di coinvolgere i diversi attori locali.

Amici dei Bambini rinnova il suo appello a sostenere la giusta accoglienza dei migranti più indifesi: i Misna e le donne con figli presso le famiglie disponibili a ospitarli in casa propria e i nuclei familiari con bambini presso la piccola comunità di accoglienza “La Tenda di Abramo”, in provincia di Milano, per la quale Ai.Bi. è sempre alla ricerca di volontari e donatori.

 

Fonte: Comune di Milano