Migranti, ogni mese arrivano più di 1000 minori soli: “Nei loro occhi tristi il ricordo dei genitori visti annegare in mare”

bimboLa rotta tra la Libia e l’Italia è la più battuta dai piccoli migranti che viaggiano senza genitori. Da gennaio a maggio del 2016 si è calcolato che i minori stranieri non accompagnati arrivati nel nostro Paese siano stati almeno 1000 al mese. Così numerosi, rappresentano la stragrande maggioranza dei bambini che dalle spiagge libiche si imbarcano verso le nostre coste. In genere sono adolescenti soli, che approdano in Italia dopo aver affrontato sfruttamento e abusi terribili e aver visto la morte in faccia in ogni fase del viaggio. La loro vita è nelle mani di trafficanti a cui interessano solo i soldi che possono estorcere loro.

Molti di loro non riescono neppure ad arrivare sulle coste italiane. Lo dimostrano i dati dell’ultima settimana di maggio, durante la quale, a causa di una serie di naufragi nel Mediterraneo, avrebbero perso la vita almeno 40 bambini. Quelli che sopravvivono alla traversata, nella maggior parte dei casi, arrivano in condizioni di salute precarie. Alcuni sono affetti da quelli che i medici ormai definiscono “i malanni da traversata”: otiti, raffreddori e bronchiti. Ma molti altri arrivano con ustioni, scabbia e polmonite causata dall’aver inalato acqua salata. E, una volta giunti in Italia, si trovano soli, ricoverati in ospedale, ignari del futuro che li aspetta.

Così è stato, per esempio, per il piccolo Mustafà, sudanese di 5 anni divenuto la mascotte dell’ospedale “Di Cristina” di Palermo, dopo essere sbarcato a Lampedusa a fine maggio. Alla mamma di una bambina marocchina, ricoverata anche lei, ha raccontato in arabo che la sua mamma e il suo fratellino sarebbero annegati in mare. Ha detto di averli visti in acqua e poi di averli persi per sempre. Nonostante questo, però, Mustafà ha ancora una speranza: ritrovare il suo papà. Di cui però non ricorda neppure il nome. Ora il piccolo è stato trasferito in una comunità alloggio e si spera di riuscire a rintracciare almeno l’unico familiare rimastogli.

Come Mustafà, la maggior parte dei piccoli migranti vede i propri genitori annegare e, se sopravvive, arriva nel nostro Paese nella solitudine più totale. “E’ incredibile quello che hanno vissuto questi bambini – dice Marilù Fumari, dirigente medico dell’ospedale “Di Cristina” di Palermo. che di piccoli migranti soli ne accoglie tanti -. Sono gli occhi a testimoniarlo: tristi, ma vivaci, furbi, curiosi. Dei 31 minori stranieri non accompagnati giunti nel porto del capoluogo siciliano domenica 29 maggio, un terzo aveva meno di 5 anni. Bambini piccolissimi che, se non trovassero al più presto chi può dare loro una vera accoglienza, finirebbero quasi sicuramente nella rete dello sfruttamento. E l’unica giusta accoglienza per bambini così piccoli non può che essere quella familiare. Per questo da quasi 3 anni Amici dei Bambini è attiva con il suo progetto Bambini in Alto Mare per promuovere l’affido familiare dei minori stranieri non accompagnati. Una possibilità alla quale oltre 3mila famiglie italiane hanno offerto la propria disponibilità. In attesa di un passo decisivo da parte delle istituzioni: quello che permetta ai Comuni di sostenere economicamente le famiglie disponibili ad aprire le proprie porte e rendere quindi l’affido familiare dei piccoli migranti soli una realtà finalmente capillare.

 

Fonti: Avvenire, Interris.it