Milano. Alla faccia dell’accoglienza giusta! 500 richiedenti asilo in uno stabile inagibile. Così i migranti sono soltanto una fonte di guadagno e non esseri umani

falcon residence pero

Business batte accoglienza 500 a 0. Quanto sta avvenendo in provincia di Milano, è un’ulteriore prova di quanto, per qualcuno, i migranti in fuga dalle guerre e dalla miseria siano soltanto fonte di guadagno e non esseri umani degni di una sistemazione dignitosa. Quella dignità che potrebbe essere garantita da chi, invece, vuole farsi promotore di un’accoglienza familiare e a misura d’uomo e che si trova a essere messo fuori gioco da un sistema che finisce per privilegiare la quantità sulla qualità.

Siamo a Pero, dove sorge il “Falcon Residence”, edificio realizzato negli anni 90. Una costruzione immensa – 138 appartamenti – abitata, al momento, solo da una ventina di famiglie. È qui che nelle prossime settimane, potrebbero arrivare 500 richiedenti asilo in un colpo solo. Che accoglienza si può dare a 500 persone ammassate tutte insieme in un solo edificio? A peggiorare ancora il futuro che attende questi migranti ci sono le condizioni di assoluto degrado in cui versa lo stabile, come denunciato da “Il Giorno”. La maggior parte dell’edificio è completamente fatiscente, con vetri rotti, porte senza maniglie, rifiuti abbandonati, finestre forzate sicuramente da qualche abusivo. “Il Falcon Residence non ha i requisiti strutturali per ospitare i profughi – conferma l’amministratore di condominio Gaetano Roncone, intervistato dal quotidiano milanese -. Non ci sono i requisiti di sicurezza, mancano i certificati dei vigili del fuoco, gli estintori. Quasi niente è a norma. E’ stato tagliato il collegamento alla rete del gas e l’autoclave dell’acqua non funziona”.

La storia di questo edificio è strettamente legata a quella dell’impresa costruttrice, la “Mazzino Due Srl” che, a causa dei debiti accumulati, è entrata in concordato preventivo. La vendita degli appartamenti, prima strategia messa in atto per poter incassare e pagare i creditori, fino a oggi non ha dato risultati. Ecco quindi che, come alternativa, si sarebbe pensato a un accordo di affitto dei bilocali con enti che si occuperebbero di ospitare i profughi.

A farsi avanti sono state due cooperative siciliane che, nel momento in cui la Prefettura di Milano ha aperto un bando per 4mila posti di accoglienza, hanno proposto la struttura di Pero. Il rischio è la proposta che venga accolta, nonostante le condizioni di palese inagibilità dello stabile. Milano ha un’assoluta necessità di posti per le persone che, dopo gli sbarchi, il ministero dell’Interno distribuisce nelle varie Regioni: dei 4mila posti richiesti dalla Prefettura, a oggi, ne è stata coperta solo la metà. Chiaro quindi che la possibilità di collocare 500 richiedenti asilo in un colpo solo faccia comodo. Tanto più che le cooperative siciliane avrebbero chiesto non più di 32 euro giornalieri a persona, meno di quanto l’esperienza ha dimostrato essere il minimo indispensabile per garantire un’accoglienza dignitosa: una cifra che obbligherebbe tutti gli altri enti ad accettare un contributo insufficiente. Ma le due cooperative siciliane hanno mai fatto un sopralluogo nel complesso residenziale di Pero? Nel progetto di accoglienza hanno messo in conto anche gli interventi di manutenzione e messa in sicurezza?

Una vicenda, questa di Pero, che dimostra ancora una volta come si prediligano i grandi numeri, che permettono di risparmiare, ma non consentono alcun processo di integrazione per i migranti. È evidente che ospitare 500 persone costi meno che accoglierne 20: soprattutto se a questi 20 si garantiscono servizi di vero accompagnamento all’inserimento sociale.

 

Fonti: Corriere della Sera, Il Giorno