Milano. Ardizzi (Oltre l’Adozione): “In Parlamento vi è timore a mettere mano alla riforma della adozione “

ardizzi1“Siamo in una situazione di emergenza: non solo economica, ma soprattutto umana”. È il punto di vista di Piero Ardizzi, che l’adozione la vive dall’interno. Sia come padre adottivo, di due ragazzi oggi adulti, che come portavoce di un coordinamento di enti autorizzati, definito “Oltre l’adozione”. Presente all’Open Day di Amici dei Bambini a Milano, sabato 27 settembre, Ardizzi ha incontrato le famiglie adottive o aspiranti tali e gli esperti di adozioni, intervenuti alla giornata di porte aperte di Ai.Bi, nel corso del dibattito “Eterologa o adozione? Scelta o costrizione?”, moderato dal giornalista di “Famiglia Cristiana”, Alberto Laggia.

L’emergenza è duplice: da una parte quella dell’abbandono, che vede 168 milioni di bambini in tutto il mondo costretti a vivere senza una famiglia, e dall’altra quella che rende complicata la loro accoglienza e che pone le famiglie al di fuori delle attenzioni delle istituzioni. Tanto che, come ha ricordato Ardizzi, la Cei (Conferenza episcopale italiana) ha di recente sentito la necessità di richiamare i governanti a mettere al centro del loro operato proprio le famiglie. “L’adozione – ha affermato Ardizzi, entrando nel cuore del tema centrale dell’Open Day – è una scelta libera e consapevole da parte delle coppie, in nome di un bisogno di genitorialità che nasce in risposta al bisogno di famiglia di tanti milioni di bambini abbandonati”.

Ma l’adozione è frenata da un sistema che le nostre istituzioni non riescono, o non vogliono cambiare. “Non riusciremmo a controllare il percorso legislativo che si avvierebbe con una riforma della legge in materia” è la risposta che Ardizzi avrebbe ricevuto da alcuni parlamentari da lui incontrati a cui era stato chiesto il motivo per cui non è stata ancora messa mano a una profonda revisione del sistema-adozioni. Così, diventare genitori adottivi resta un cammino difficile e lungo.

A differenza di quanto avviene con l’eterologa, un tema sul quale in soli 25 giorni la politica italiana è riuscita a trovare un accordo. Il paragone è impietoso: “Mentre per un’adozione passano anni – ha evidenziato Ardizzi – per l’eterologa basta pagare un ticket: prevale quindi il desiderio del figlio a tutti i costi.

L’emergenza, quindi, assume anche connotati specificamente culturali, ingigantiti a livello mediatico. “La stampa – ha denunciato il portavoce del coordinamento – non perde occasione per mettere in risalto le problematiche dell’adozione. Si dovrebbe invece dare più attenzione e sensibilità al tema dell’accoglienza dei bambini abbandonati, i cui aspetti positivi vanno raccontati da chi ha già vissuto questa esperienza. Dietro questa cultura ci sono le lobbies, a cui si devono opporre altre lobbies, portatrici di valori positivi.